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Il cavaliere pallido

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Il cavaliere pallido

di passo8mmridotto
8 stelle

"Mi era venuta voglia di vedere un bel western e non essendocene in giro ho capito che era il momento di far vivere il vecchio progetto".

Lo ha detto Clint Eastwood apprestandosi a girare "Il cavaliere pallido", che gli era stato proposto quattro anni prima dagli sceneggiatori Michael Butler e Dennis Shryack, autori di "L'uomo nel mirino" (The Gauntled).

Erano passati nove anni, un'eternità per il cinema, da quando Eastwood aveva realizzato "Il texano dagli occhi di ghiaccio". Un ritorno al western classico, quindi, ricco di quegli ingredienti che hanno contribuito ad affascinare le platee di tutto il mondo.

Eastwood gioca facile, in questo film, la sua bravura e il suo innegabile carisma danno vita a un personaggio misterioso, uno straniero senza nome, il volto segnato da rughe profonde e, anche qui, con gli occhi di ghiaccio.

Un cavaliere che irrompe nella vita di un uomo ricco e potente, LaHood, che minaccia di impossessarsi di una vallata dove vive e lavora una piccola comunità di minatori.

La storia inizia con la preghiera vespertina di una adolescente, che chiede aiuto a Dio affinchè mandi qualcuno a difendere la vallata dalle angherie di LaHood.

Detto e fatto, sulla cresta di una collina, in controluce, appare la sagoma del cavaliere pallido, vestito di nero, che combatterà contro LaHood e i suoi sgherri, e lo sconfiggerà.

Memorabile il finale del film, che è la firma su uno splendido lavoro di Eastwood, al limite della perfezione tecnica e ricco di attori scelti con la massima cura: Michael Moriarty (Hal Barret nel copione), Carrie Snodgress (Sarah), mai dimenticata interprete di "Diario segreto di una casalinga", Christopher Penn (Josh LaHood), fratello minore di Sean, Richard Dysart e John Russel, (Coy LaHood e Stockburn), molto più che caratteristi nel ruolo dei "villains".

Il film è stato girato nella Sun Valley, in 38 giorni, sotto la direzione artistica di Edward Carfagno e la splendida fotografia di Bruce Surtees. La colonna sonora musicale è stata eseguita da Lennie Niehaus.

Quando il film fu presentato al Festival di Cannes, in concorso, l'accoglienza fu entusiasmante, nonostante gli immancabili fischi. Evidentemente la Giuria, ma soprattutto il pubblico, non erano avezzi a giudicare film western, non ritenendoli sufficientemente "culturali". Inoltre, sino a quel giorno, a Cannes era stato presentato un solo altro film western, in concorso: "I cavalieri dalle lunghe ombre" (The long riders) di Walter Hill nel 1980.

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