Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eastwood, a vent'anni di distanza ormai dalla 'trilogia del dollaro', continua ad omaggiare Sergio Leone ed il genere che gli ha dato la popolarità, mettendo in scena ed interpretando un personaggio che non avrebbe affatto sfigurato accanto a quelli del Buono, del Brutto e del Cattivo o al pistolero senza nome del Pugno di dollari. Questa volta lo straniero silente dalla colt infallibile si chiama Predicatore e non ha un poncho, ma un colletto da prete come segno distintivo; inutile dire che Eastwood sembra nato per interpretare questo tipo di ruoli. Ma, al di là dell'omaggio a Leone o al Cavaliere della valle solitaria (di George Stevens, 1953), questo Cavaliere pallido non aggiunge nulla, nè pare particolarmente ispirato, all'interno di un filone ormai esausto da oltre una decade, quale è quello del western. Lo stile c'è, il regista non si discute (nè tantomeno l'attore, protagonista non molto vivace, ma di estremo carisma e circondato da un buon cast), ma due ore di una storia non eccessivamente fantasiosa (l'eterna lotta del buono contro il cattivo, l'eroe che difende con coraggio i deboli, il ricco che vessa il povero, etc.) cominciano a diventare pesantucce. 5/10.
In una vallata pacifica risiede una comunità di cercatori d'oro; i frutti della ricerca aurifera fanno gola ad un affarista senza scrupoli che non esita ad intimidire con ogni mezzo gli onesti cercatori. Arriva però a difenderli il Predicatore, pistolero con colletto da prete ed antico nemico dell'affarista.
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