Regia di Yoko Ono vedi scheda film
Primi piani di chiappe.
Pochi secondi dedicati a ciascuna coppia di chiappe, riprese in primo piano in un leggerissimo movimento: ci sono quelle più paffute e quelle più snelle, quelle con accenni di pelo e altre decisamente glabre, ma in fin dei conti sempre chiappe sono. L’intento dell’artista ‘concettuale’ (definizione a doppio taglio: non riuscire ad andare oltre al concetto, cioè a esprimersi, è anche evidente segno di handicap psicofisico) Yoko Ono è quello di parlare di pace, o almeno così lei stessa avrebbe sostenuto, mostrando l’evidente uguaglianza dei volti posteriori di tutti gli esseri umani. Anche questa metafora dei volti posti al fondo della schiena è effettivamente a doppio taglio, specie osservando un cortometraggio siffatto e leggendo le dichiarazioni d’intenti dell’autrice. Ancora la Ono non aveva incontrato John Lennon, ma stava con il promoter artistico Anthony Cox (che infatti figura qui come operatore alla macchina e anche fra i protagonisti: quale sarà? A certe domande è sempre meglio non porre una risposta); non a caso le sue opere di questo periodo saranno scoperte dal grande pubblico solamente in seguito. Il che naturalmente non significa che verranno automaticamente apprezzate, anzi. Cinque minuti di culi e trenta secondi di titoli, montati senza alcun tipo di cura e perciò di rispetto verso lo spettatore. 1,5/10.
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