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Riccardo va all'inferno

Regia di Roberta Torre vedi scheda film

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La recensione su Riccardo va all'inferno

di alan smithee
6 stelle

TFF 35 - AFTER HOURS

Riccardo, storpio da una gamba sin dall'infanzia in quanto vittima di un "incidente" di gioco insieme ai due fratelli, esce finalmente dalla clinica psichiatrica che lo ha assistito per anni. Riabbraccia finalmente l'amorevole madre, vedova e figura di primo piano di una potente famiglia di faccendieri romani, i Mancini.

Ma l'arrivo di Riccardo riaccende un problema da tempo sopito proprio dalla presenza del carisma materno: quello della successione dinastica. Un nodo irrisolto pronto a spuntare più acuminato che mai, e a generare un piano di vendetta in grado di lasciarsi dietro una copiosa scia di sangue.

Dopo i riusciti tentativi di Loncraine e di Pacino di riadattare alla realtà contemporanea, almeno in parte, le gesta della più cruenta e sanguinaria delle tragedie shakeaspeariane, il nuovo progetto di Roberta Torre non può certo lasciare a bocca aperta, almeno in linea di massima.

Tuttavia la scelta di due interpreti volitivi e di grande impatto espressivo come già sulla carta apparivano Massimo Ranieri e Sonia Bergamaqsco, finiscono per costituire l'ancora di salvezza di un adattamento singolare anche grazie alle curiose cupe scenografie moderno-barocche, entro le quali i due accennati interpreti si confermano due mattatori carismatici di grande potenza espressiva ed estrema godibilità scenica.

Belle pure le riprese dei numeri musicali, che permettono a Ranieri di passare con ancor più prestanza ed istrionismo dalla recitazione alla canzone, sfoderando la potenza di cui conosciamo bene il valore.

Pertanto ecco che da un'idea tutt'altro che originale e travolgente, ne scaturisce una lodevole nuova moderna ed "eretica" versione che non tradisce il fulcro concettuale dell'opera originale.

 

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