Regia di Sunao Katabuchi vedi scheda film
In questo angolo di mondo è un film d'animazione giapponese del 2016, scritto (insieme a Chie Uratani) e diretto da Sunao Katabuchi.
Il film (prodotto da studio MAPPA) è l'adattamento anime dell'omonimo manga di Fumiyo Kono.
Sinossi: il film ci racconta la storia della giovane Suzu Urano, dalla sua infanzia in un remoto villaggio vicino Hiroshima (1931) fino ad arrivare al suo matrimonio con un dipendente del ministero della città di Kure ed il suo conseguente trasferimento, il tutto durante lo svolgersi della Seconda guerra mondiale.
Sunao Katabuchi molto probabilmente non dice nulla al grande pubblico nostrano nonostante il suo curriculum sia tutto tranne che anomalo. Durante gli studi univesitari entra in contatto con Hayao Miyazaki, partecipando al team di scrittura della serie Sherlock Hound, la collaborazione tra i due si rinnoverà nel 1989 con Kiki-consegne a domicilio dove Katabuchi riveste il ruolo di aiuto regista, in seguito si distaccherà dal maestro, entrando a far parte del famigerato studio Madhouse dove dirigerà la fortunata e nota serie Black Lagoon, tuttavia è con questo film che acquisisce fama internazionale, grazie ai numerosi premi vinti tra cui l'Animation of the year, "battendo" Your Name (//www.filmtv.it/film/127846/your-name/recensioni/882080/#rfr:film-127846) di Makoto Shinkai.
In questo angolo di mondo è un film interessante, in cui si evince chiaramente la volontà del suo autore di trasmettere un messaggio universale come la forza dell'amore che può materializzarsi anche con una semplice carezza il tutto inserito in un contesto drammatico e tragico come quello della Seconda guerra mondiae.
Lo scenario bellico richiama il capolavoro assoluto Una tomba per le lucciole di Takahata(//www.filmtv.it/film/31022/la-tomba-delle-lucciole/recensioni/926187/#rfr:film-31022) ed il regista lo sa bene per questo motivo da una parte rende omaggio al suo autore con uno stile grafico che richiama alcuni suoi ultimi lavori, dall'altra parte si distacca focalizzandosi sulla vita quotidiana di un normale nucleo familire che deve convivere in un contetso assai particolare, tuttavia il regista per lunghi tratti tende quasi spostare gli orrori della guerra in secondo piano (ma pur sempre pronti a mostrarsi in un battito di ciglia).
Katabuchi propone quindi un realismo che evoca alcune atmosfere della quotidianità tipica dei film di Ozu, inoltre emerge l'amore del regista per la vastissima tradizione culturale del suo paese (durante la preparazione di una pietanza vengono evocati alcuni aneddoti inerenti al celebre samurai del XIV secolo Kusunoki Masashige).
Come appena scritto l'amore di Katabuchi per le il suo paese è evidente (ad esempio tutti i personaggi rimangono incantati di fronte all'imponenza della nave Yamato, fiore all'occhiello della marina giapponese) ma è bravo nell'evitare una facile glorificazione; il regista ci mostra ad esempio i pregi e difetti della vita rurale (nella primissima parte del film); vivere in un paesino al di fuori della città garatisce un piccolo paradiso di natura incontaminata ma di contro bisogna far fronte ad alcune arcaiche tradizioni come il matrimonio combinato (la protagonista sposa un uomo che non aveva praticamente mai visto) oppure resistere allala monotonia della quotidianità: «il mare è sempre uguale» cosi' escama un caro amico di Suzu.
Da un punto di vista visivo inoltre risulta molto accattivante il confronto tra vita agreste e vità di città.
Un altro aspetto molto interessante è lo stile grafico del film che ricorda la pittura a pastello. Il regista propone alcun soluzioni stilistiche degne di nota, molte volte lo schermo si trasforma in una tela pittoria riempita da schizzi di matita e pennellate di acquarello.
Buona anche la regia, dove ai tanti piani fissi o lenti movimenti di machina si alternano soluzioni più elaborate che traducono la vera essenza di Suzu: una sognatice, amante della pittura (in alcuni frangenti il regista opta per delle vere e proprie scene oniriche).
In questo angolo di mondo tuttavia non è un capolavoro, il regista non gestisce bene la durata del film; la narrazione in alcuni punti si appesantisce troppo e sfocia in un melò poco intrigante. La storia d'amore tra Suzu ed il suo sposo pur non essendo banale e mielosa è poco approfondita e soprattutto frettolosa; anche la gestione del cast non è esente da difetti, molti personaggi risulteranno determinanti per la crescita della nostra Suzu ma nessuno di essi (il fratello, la nonna, la cognata, i suoceri, il suo amico/primo amore) viene analizzato nel dettaglio e vista la durata del film si poteva e doveva fare molto di più.
inoltre, secondo me, il regista adotta un approccio troppo distaccato nel descriverci eventi così tragici, indebolendo molto il phatos drammatico; per capirci dopo aver visto Una tomba per le lucciole si esce dalla sala distrutti, qui no.
Al netto di pregi e difetti, il film merita sicuramente la visione
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta