Regia di Masaaki Yuasa vedi scheda film
Lu Over the World è un film d'animazione giapponese del 2017; ideato, scritto (insieme a Reiko Yoshida) e diretto da Masaaki Yuasa.
Il film ha vinto il premio Crystal ad Annency (l'ultimo anime a trionfare in questa categoria fu Pom Poko nel 1994 di Isao Takahata).
Sinossi: Kai dopo l'abbandono della madre ed il trasferimento in una piccola cittadina costriera, vive una profonda condizione di malinconia tuttavia una notte incontrerà una misteriosa sirena con la quale condivide la sua passione per la musica; ovviamente non tutti capiranno questa anomala amicizia...
Masaaki Yuasa dopo l'audace Devilman Crybaby (presente su Netflix) è ormai un nome noto e forte all'interno dello star system giapponese (numerose sono le sue collaborazioni con la Madhouse) ma la peculiarità dell'autore di Fukuoka è la forte determinazione che lo spinge a muoversi su binari avanguardistici e sperimentali ricalcaldo i maestri degli anni Sessanta e Settanta come Yoji Kuri, Taku Furukawa e Tadanari Okamoto, proponendo quindi un'animazione per nulla convenzionale come dimostra il suo particolare ed originale stile grafico.
Tra le prime cose che saltano agli occhi guardando Lu Over the World, un po' come tutte le opere di Maasaki, è il design dei personaggi alquanto bizzarro e minimalista dove i corpi dei soggetti sono a tratti abbozzati ed allungati richiamando un certo fumetto d'autore europeo di matrice moebiusiana.
Discorso radicalmente diverso per le "creature marine"; la sirena Lu è un chiaro omaggio a Ponyo del maestro Miyazaki (//www.filmtv.it/film/39022/ponyo-sulla-scogliera/recensioni/947473/#rfr:none), inoltre attraverso questi stravaganti animali Maasaki, in alcuni punti chiave della narrazione, riesce addirittura a dare sfogo alla sua passione per l'orrorifico con la rappresentazione di esseri deformati e brutali: pensiamo alla scena in cui il padre di Lu comprendendo la situazione di pericolo in cui si ritrova la sua piccola, si scaglia sul luogo con veemenza.
Bellissimi anche gli sfondi e la scenografia generale dove i paesaggi, estremamente curati e dettagliati, si presentano come tavolozze disegnate a mano con pastelli o acquerelli (ecelso il lavoro di Nobutake Ito, fedele collaboratore di Maasaki).
Maasaki oltre a proporre un compendio visivo sperimentale e conturbane, lavora molto sui contenuti e a fronte di una storia nel complesso lineare (nella parte centrale risulta un po' fiacca) ci tiene a presentare diversi aspetti inerenti alla contemporaneità.
Si parte dalla musica intesa come linguaggio universale per poi addentrarsi in problemi sempre più comuni come il disorientamento di Kai paragonabile a quello del giapponese medio che non comprende più quali siano i valori di riferimento.
Nel corso del film emerge anche con potenza un certo aspetto animalista, il tutto messo in scena con metodi grotteschi; pensiamo alla sequenza in cui Lu libera dei cani randaggi imprigionati in anguste gabbie, scena in cui il regista ci mostra anche un aspetto iconografico nuovo ed originale sulle sirene di chiara derivazione vampiresca.
Ritornado sul discorso tecnico il lavoro svolto da Maasaki è stratificato ed eccentico, contraddistinto da stili grafici molteplici come confermato dalla scena in cui Kai narra per la prima volta una storia in riferimento alle sirene; racconto che prende forma in maniera inusuale ed infatti ci sembrerà di essere catapultati in un gioco 2d per nintendo gameboy color, oppure pensiamo alla seconda fugace apparizione di Lu con la sequenza che si trasforma in un musical dove pop-art e surrealismo comico si amalgamano perfettamente.
Maasaki Yuasa si conferma acora una volta uno sperimentatore di immagini, dando vita ad un'animazione nuova, intelligente ed estremamente bella da osservare.
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