Regia di Laszlo Nemes vedi scheda film
“Tramonto” è la conferma del talento smisurato di un regista che già col precedente straordinario “Il figlio di Saul” si impose sullo scenario internazionale. La capacità di László Nemes di penetrare nelle pieghe più buie e moralmente deprecabili della storia per raccontare la caduta di un impero, nonché una delle più grandi crisi storico-sociali del secolo scorso, ha rari eguali. Camera a mano frenetica e costante che elude la completezza dell’immagine, un plot intricatissimo ai limiti della comprensibilità, significati oscuri che emergono per ellissi: una messinscena sulfurea quanto affascinante per una storia stratificata e complessa nella quale respirare gli umori di un’epoca, l’urgenza frenetica dei suoi mutamenti, l’emersione silente di un’abiezione ideologica che si diffonde come un morbo.
Nemes è un talento assoluto da valorizzare e scoprire. Nella Storia del Cinema sono stati pochissimi i cineasti in grado di trascinare completamente lo spettatore all’interno di un’epoca e delle sue contraddizioni, rendendo tale esperienza preziosa e sublime anche e soprattutto da un punto di vista prettamente sensoriale.
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