Regia di Laszlo Nemes vedi scheda film
la giovane irisz arriva a budapest per cercare lavoro nel famoso negozio di cappelli che apparteneva alla famiglia e che ora invece è dell'ex socio. non ricorda nulla, ma non può, perchè quando i genitori morirono nell'incendio del negozio lei aveva pochi anni di vita.
arriva nel caldo soffocante della capitale della doppia monarchia e viene accolta nel lussureggiante negozio di cappelli per signora e creduta una cliente. quando finalmente riesce a parlare dice di essere lì per il posto di modista e rispondendo alle domande della responsabile, viene fuori il cognome. portata dal proprietario oskar brill(un sempre affascinante e bravo vlad ivanov)le viene però detto che il posto non c'è più e di tornarsene a trieste.
è il suo nome a scatenare il subbuglio. cercando di mantenere una dignitosa compostezza viene invitata a passare la notte nel dormitorio a fianco del negozio, con l'invito a lasciare la città al più presto.
la capitale gemella di un impero sull'orlo del precipizio, un negozio che sembra quasi un teatro o un accademia, le giovanissime e belle fanciulle che lavorano come modiste, gestite da un altrettanto bella e fascinosa signorina che tutto deve riferire al padrone.
irisz diventa il centro suo malgrado di tutto ciò che accade intorno a lei in città. praticamente sempre presente, a mezza figura ma più spesso in primo piano, in viso o di nuca, quello che sembrava essere un viaggio alla ricerca di ciò che un tempo era la sua famiglia, si trasforma in un'avventura nei meandri oscuri di una situazione socio-culturale in profondo mutamento.
il suo nome nasconde segreti e un fratello di cui lei viene a sapere proprio giunta lì e aggredita nottetempo da quello che poi si rivelerà un vetturino.
la giovane donna più si addentra nei labirinti cittadini e più viene accettata da brill e inglobata nel negozio.
la sua presenza coincide con i preparativi per il trentennale del negozio e l'arrivo di un dignitario viennese.
il suo volto diafano e allucinato sarà testimone e involontariamente motivo di sommovimenti cittadini sempre più violenti e sanguinari proprio guidati dal fratello, accusato del tremendo omicidio di un nobile, il cui blasone è solo sinonimo di perversioni ignobili.
il rovinare di un continente verso la prima mattanza mondiale vede accendere la miccia con l'arrivo di un fiore nato dalle ceneri del proprio cognome, in un rito stregonesco del tutto simile al suspiria fiabesco di dario argento e alle lotte di successione di luca guadagnino, all'ombra del quasi monocromo muro comunista.
il giro di giovane fanciulle allevate all'ombra del prestigio manifatturiero, da dare in pasto a nobili e a monarchi che per non divorare se stessi, snaturano e si cibano della giovinezza e dell'innocenza di ragazze desiderose di lavorare alla corte viennese, porta i "loro" popoli nella fanghiglia delle trincee direttamente attraverso un tunnel spazio temporale nero.
una giostra intrisa di mystery e di racconto di paura, sospeso in un "color cartolina da 1 euro nei mercatini" con la colonna sonora composta dai suoni nelle strade, le voci delle persone, i rumori delle carrozze e delle macchine , gli spari delle rivolte e le urla di una contessa seviziata da un nosferatu viennese oramai senza più remore o scrupoli. senza vergogna e senza pudore il viso di fanni e di irisz che compare nel buio delle trincee a fare da monito coi propri occhi sbarrati colmi di orrore.
per me bello.
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