Regia di Laszlo Nemes vedi scheda film
VENEZIA 75 - CONCORSO
Il tramonto di una nazione, anzi di un continente spaccato in due, una Mitteleuropa che arde e che si prepara a celebrare la sua fine geopolitica con lo scoppio del primo, sanguinosissimo conflitto mondiale.
Attraverso una singola vicenda personale di ricerca delle proprie origini quasi cancellate da un evento non ben specificato né motivato, Tramonto ci afferra violentemente legandoci alle sorti della sua mesta ma anche dinamica protagonista, per condurci al focolare che degenero' nella citata guerra.
E Nenes non rinuncia nemmeno stavolta, anzi se possibile incalza in tal senso, allo stile stordente e vorticoso, da mal di mare, tutto focalizzato sul protagonista, che lo portò alla gloria gia col primo esplosivo e dirompente, spietato esordio avvenuto due anni orsono con "Il figlio di Saul", premiatissimo a Cannes.
Una sorta di pedinamento ravvicinato, vorticoso, invadente che si attacca visceralmente ed inscindibilmente al personaggio prescelto, ma non per questo ci aiuta a capire con troppa facilità i misteri di un complotto in cui si conoscono solo parziali dettagli o mezze verità, in grado di tener desta l'attenzione, ma non certo di dipanare come intimamente vorremmo una matassa misteriosa incentrata su un focolaio di violenza che si nutre di individui innocenti, o forse invece consenzienti, preparate ad un destino che è ignoto solo alla protagonista, un complotto che ci galvanizza ma sfugge a noi spettatori che da quella donna solo apparentemente fragile e dimessa dipendiamo, aggrappandoci quasi letteralmente al suo incedere incalzante.
Nemes ha trovato il suo stile dirompente e continua su quei binari la sua avventura stilistica e narrativa che risulta affascinante, ma che non potrà certo perdurare in eterno. L'effetto è ammaliante soprattutto nella prima parte; poi il percorso diventa più faticoso e labirintico, in grado di creare disagio e un senso di nausea che tuttavia è consono con lo stato d'animo propenso a trasportarci alla fine di un'epoca, quando il focolaio della rivolta sta per ribollire e tracimare fuori con tutta la sua potenza esplosiva dirompente. Scalzandoci all'interno di una trincea mezza allagata, a patire gli stenti, il freddo e le pallottole del nemico che avanza.
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