Regia di Richard Lester vedi scheda film
Uno staterello centroeuropeo chiede una minuscola sovvenzione agli Usa per costruire un razzo destinato alla conquista della Luna. In realtà i fondi servono per costruire un megaboiler che consenta allo staterello di avere finalmente l’acqua calda. Gli Usa, però, accettano di pagare quella piccola cifra, considerando la grande pubblicità che ne deriverebbe.
The mouse on the moon, ovverosia Il topo sulla luna, è il titolo originale di questa commediola; nei titoli di testa e di coda, realizzati con tecnica di animazione, compare un topolino: la sua presenza non sarebbe del tutto chiara, visto che nella trama i ratti scarseggiano (anzi, non ci sono proprio), se non fosse per la pretestuosa ambientazione della storia nello stesso Ducato di Gran Fenwick in cui si svolgevano le strampalate vicende del Ruggito del topo (The mouse that roared), diretto da Jack Arnold nel 1959 e con protagonista uno scatenato Peter Sellers. Tutt’altra circostanza, a ogni modo; pur prendendo spunto dallo stesso racconto di Leonard Wibberley, questo Mani sulla luna è un lavoro a budget risicatissimo con interpreti poco noti – se si escludono Terry-Thomas e Margaret Rutherford, comunque confinati in due parti laterali – affidato alle cure di un giovane regista televisivo, ma dalle scarse competenze cinematografiche, come Richard Lester. Poco dopo Lester diverrà celebre a livello planetario firmando le due regie di A hard day’s night e Help!, la prima accoppiata di pellicole dei Beatles; qui, da ‘semplice’ mestierante del piccolo schermo chiamato a imbastire una farsa dalle modeste idee e dai mezzi ancor più ridotti, se la cava in maniera assolutamente dignitosa. La sceneggiatura di Michael Pertwee è di grana grossa dal punto di vista della logica e della comicità, ma decisamente inglese e priva di volgarità o elementi minimamente disturbanti; un’ora e venti di durata, accettabilissima per un prodotto del genere. 5/10.
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