La recensione su Il caso Mattei

Agiografia di Mattei che vorrebbe forse mettere in scena luci e ombre di un personaggio ma di fatto da spazio solo alle prime in maniera sfacciata. Mattei finanzia fascisti e PCI? Giusto, è questione di essere pragmatici. Per non dire che comunque i soldi ai partiti sono soldi dati all'Italia (ma manco per idea, verrebbe da rispondergli). Mattei si compra un aereo da un miliardo con i soldi degli italiani per i suoi spostamenti? Giusto anche questo, deve viaggiare da un capo all'altro del mondo e fare grande il nome dell'Italia. Il suo tempo è prezioso e la sua agenda fitta di impegni. Se in Tunisia ci va giorno 5 anziché giorno 4, il mondo crolla. E la stessa sera dev'essere a Berlino, se no succede l'inferno. Cioè, quel miliardo è addirittura necessario e non si transige. L'ENI ha distrutto l'ambiente e sfruttava i suoi operai? Suvvia, tutti lo fanno e l'Italia è povera non si può permettere condizioni migliori per i suoi operai. Mattei comanda a destra e manca politici e giornalisti? Si fonda un giornale? Giusto anche questo. Basta sentirlo parlare ed ogni cosa si ammanta di un velo di necessità e giustizia. D'altronde non c'è quasi contraddittorio e l'ultima parola spetta sempre a lui. Questa in sintesi è la pecca di quest'ottimo film, l'incapacità di giudicare un personaggio che è stato sicuramente carismatico ed ha dato lustro al nome dell'Italia togliendo una fetta di mercato alle sette sorelle del petrolio ed emergendo praticamente dal nulla. Scaltro nel fornire un contratto che nessuno poteva rifiutare ai paesi arabi (io metto le attrezzature e se c'è il petrolio si divide a metà, nessuno l'aveva mai proposto), diplomatico nel rispedire al mittente le accuse di rubare il petrolio altrui ("sai chi ha inventato le pompe oblique? Gli americani, per fregarsi il petrolio a vicenda", che diritto hanno quindi di accusare lui di sfruttare la stessa falda da oltre il confine di un altro stato?), demagogico nel promettere a tutti un posto di lavoro, un'Italia migliore, una giustizia sociale! Il tutto solo contando sull'ENI e senza praticamente arricchirsi ("prendo lo stesso stipendio del direttore generale dell'ENI", dirà al giornalista che lo critica). Praticamente un santo. Nel finale Rosi proverà a dare una risposta ai tanti interrogativi sollevati dalla sua morte e col senno di poi sarà la risposta giusta (nel 2003 o giù di lì verrà confermata l'origine dolosa dell'incidente che lo condusse alla morte). Mattei fu un grandissimo uomo, sotto tanti punti di vista ma sicuramente non sotto tutti. Ad ogni modo questo film probabilmente restituisce allo stesso, a mezzo compensazione, ciò che il potere e la politica hanno tolto a lui ed a chi come Mauro De Mauro su di lui ha indagato; ovvero il diritto alla verità ed all'onore coperti come spesso accade non solo dal silenzio ma persino dal segreto di stato.

Su Francesco Rosi

Buona regia.

Su Gian Maria Volonté

Non si tocca.