Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
"Ingegnere guardi che luna c'è stasera....."
"Certo.......chissa' se c'è il petrolio lassu'......"
Un dialogo di fantasia che contiene un "effetto speciale",Francesco Rosi ce lo rende reale,utopico,pronunciato da un uomo oltre,oltre i sistemi,le burocrazie,economie ed equilibri mondiali.
"Il caso Mattei" di Rosi non è semplicemente una biografia o cronistoria,è la visione pura e ambiziosa d'un mondo sodale contrapposto al monopolio delle grandi potenze dell'oligarchia petrolifera.
Mattei come un "self made man" venuto dal niente,dalle valli partigiane o da ristoranti partenopei,come resistente,cameriere o "padroncino" d'industria,sino ad arrivare al vertice dell'ENI (ente nazionale idrocarburi).
Gian Maria Volontè come un feticcio di Rosi ne veste i panni,e con un fare superbo rende questo "capitano d'industria" un umano con debolezze e reticenze,sognatore come pochi,un utopista del quale l'Italia avrebbe avuto bisogno.
Ma i sogni (o le ali) di Enrico Mattei vengono spezzati nei cieli pavesi di Bascapè,dei quali Rosi ci offre fiamme con detriti meccanici e organici.Il film comincia cosi',legato da un (doppio) filo logico, spingendo l'indagine registica in un flashback temporale che ci dona la personalita' totale del Mattei.
Rosi si offre in prima persona,come un giornalista indagatore,delucidando ragioni,misteri e compromessi. Un saggio totale da impegno civile e sociale, che non rinuncia al passepartout umano che contraddistingue Mattei.
Una cronistoria straordinaria nei parallelismi che accolgono spezzoni originali dell'epoca,con interventi di Ferruccio Parri che dice la sua sulla "missione" di Mattei.
Rosi oltre a guidare Volontè,si mostra al pubblico,chiuso in una sala con proiettore,dove le immagini consegnano losche figure di colletti bianchi.Una burocrazia collusa e legata ad interessi con superpotenze straniere,America,Francia,Germania.....solo 3 delle nazioni che detengono un surplus economico sul petrolio.
Mattei voleva ribaltare gli schemi,paragonando l'Italia ad un gattino affamato che vuol mangiare dalla ciotola di feroci cani,una metafora pura e ingenua per definire un sogno,quell'utopia che avrebbe arrichito anche paesi sottosvillupati.
Il film di Rosi come un documento eccezionale si spoglia di remissioni e reticenze,affida allo straordinario Volontè la caparbia enfasi di una figura chiave della storia (e i misteri) d'Italia.
Un opera da preservare,ancora ricca di attualita',alla ricerca di una verita' insabbiata e sopratutto scomoda, come lo era la voce di Mattei.
La sua morte ancora oggi rimane insoluta,Rosi con "Il suo caso" ci pone di fronte ad amare riflessioni sulla spinta dei poteri forti contro la lungimiranza di un uomo libero che voleva solo un Italia economica,ricca e competente.....ma nell'aeroporto di Catania "qualcuno" decise che non sarebbe stato cosi'......
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