Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film
Horror dalla confezione raffinata, ma senza alcun elemento di novità
Il dottor Eric Price, psichiatra dal passato burrascoso,che ha perso da poco la moglie e la fede e che trascorre le sue giornate affogando il dolore nel laudano, viene incaricato di effettuare una perizia sulle condizioni mentali dell'anziana Sarah Winchester, erede e azionista di maggioranza dell'omonima industria di armi da fuoco. Il Consiglio d'Amministrazione della Winchester Repeating Arms Company, infatti, volentieri scaricherebbe questa stravagante signora che, rigorosamente vestita di nero, tormentata dal senso di colpa per i milioni di morti che i suoi fucili avevano causato, vive nella convinzione di essere perseguitata dalle anime uccise, dai fucili fabbricati dall'azienda di famiglia, dopo la morte improvvisa di suo marito e di suo figlio, passa tutto il suo tempo sperperando la propria fortuna, per ampliare a dismisura la sua già gigantesca magione,onde poter tenere prigionieri e controllare gli spiriti maligni,che a suo parere, infestano la casa,alcuni dei quali particolarmente aggressivi ,nei suoi confronti,.Ovviamente sembra la farneticazione di una donna mentalmente disturbata ,eppure, iniziata la sua indagine, lo scettico dottor Price dovrà ricredersi e fare squadra con Sarah per affrontare gli innumerevoli fantasmi desiderosi di vendetta,che occupano la casa e ne guidano l'affannosa opera di incessante edificazione,sarà anche l'occasione per fare chiarezza e pace con il suo passato ,con la consorte suicida e con se stesso.
A differenza di quanto in genere proclamano enfaticamente e surretiziamente, gli autori di horror, questo film, è davvero ispirato a una storia vera, realmente accaduta, per quanto ovviamente modificata ad uso cinematografico,dalla fervida immaginazione dei gemelli Michael e Peter Spierig, La fabbrica della famosa carabina fu fondata nel 1866 da Oliver Winchester. Alla sua morte, nel 1880, l'unico figlio maschio, avrebbe dovuto seguire le orme paterne.Ma anche lui morì, di tubercolosi, solo un anno dopo il padre. La sua vedova, Sarah, dopo aver consultato una sensitiva si spostò da New Haven a San Jose in California, dove avviò la costruzione di questo imponente edificio di sette piani con porte e finestre nei pavimenti e passaggi,che non portavano in nessun luogo, persuasa che cosi avrebbe tenuto a bada gli spiriti dei morti ammazzati dall'arma di famiglia,che altrimenti l'avrebbero perseguitata e uccisa.L'opera fu interrotta solo nel 1922 quando Sarah passò a miglior vita e tuttora è visitabile .
Il film,per quanto presenti una confezione elegante,e offra una buona interpretazione di Helen Mirren , non aggiunge nulla al genere horror e ancora una volta,la regia ricorre ai soliti triti e ritriti espedienti,indugiando pigramente su porte che cigolano, corridoi poco illuminati , mostri che si nascondono sotto il letto,porte che si aprono o si chiudono. All’appello non può mancare anche la figura del bambino posseduto, un classico superfluo, che non aggiunge nulla alla storia, insomma il solito repertorio visto una miriade di volte.
La vedova Winchester", infatti, è una pomposa ghost story infarcita dei soliti effetti speciali,che trascura l'impianto narrativo, a favore di un ricorso inutile e insistente al jump scare che, sebbene scuota lo spettatore, rivela al contempo la sua evanescenza per un prodotto, che non riesce mai a evocare le atmosfere di fascinosa inquietudine, tipiche dei romanzi gotici cui palesemente si ispira.
Il tema scottante del controllo delle armi, particolarmente rilevante e delicato nell'attualità statunitense, poteva essere un occasione di ghiotto approfondimento,ma qui viene , solo sfiorato superficialmente
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