Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film
Un horror che riesce a fare, dei cliché, un ottimo utilizzo. Tra spiritismo e possessione va in scena il dramma di una donna tormentata. I soldi fatti con il sangue del prossimo portano solo disgrazie, e la vedova Winchester tenta di spezzare la maledizione di famiglia.
San José, California, 1906. La vedova Sarah Winchester (Helen Mirren) ha perso il marito (celebre inventore di fucili) e la figlia, rimanendo proprietaria di maggiore quota dell'attività. I soci incaricano il dott. Price (Jason Clarke) di indagare sulla sanità mentale della donna perché coinvolta nella stravagante mania di costruire stanze su stanze (oltre cinquecento) all'interno di una enorme fabbricato definito appunto "Winchester house". Qui Price assiste ai lavori pressoché costanti, in presenza anche della nipote Marian (Sarah Snook) e del piccolo figlio Henry. Perché Sarah è ossessionata dalla casa? Perché questi eccentrici lavori? Il rimorso per una attività che con la sua produzione (armi) è stata causa di sofferenza e morte, è solo una delle risposte che danno poi spazio a presenze spiritiche, vere responsabili dei progetti di ampliamento della casa.
"Restiamo legati ai ricordi per lenire il dolore ma spesso ci fanno più male che bene." (Sarah Winchester / Helen Mirren).
I fratelli tedeschi (ma di adozione australiana) Michael e Peter Spierig hanno decisamente intrapreso la via dell'horror. Dopo un esordio di certo peso (Undead, 2003) realizzano due ordinari film (Daybreakers e Predestination) per poi affrontare l'ottavo capitolo di una serie di culto (Saw Legacy). A sorpresa, e a distanza di pochissimo tempo, tornano sulla scena, questa volta in controtendenza: pur firmando un horror, abbandonano le scene estreme e splatter in favore di un dramma ispirato in parte da fatti realmente accaduti. I due si occupano anche della sceneggiatura e Peter cura anche la riuscita colonna sonora.
La vedova Winchester intreccia fatti di cronaca, leggende, fantasia e -soprattutto- rappresenta un elegante e raffinato stile di regia, ben sorretto da testi altamente sopra la media del genere per qualità e profondità di analisi; valgano da esempio un paio di frasi pronunciate, allo straniato Price, dalla vedova Winchester: "C'è uno stretto rapporto tra gli strumenti di morte e l'Aldilà"; "La violenza non porta giustizia ma solo altra sofferenza."
La storia non è certo originale, infatti film su dimore infestate ne sono stati realizzati a migliaia, e fin dai primordi del cinematografo (tra i più memorabili Il castello degli spettri di Paul Leni, 1927). E anche le ricostruzioni d'epoca abbondano nel genere. Però questo è il classico caso di repetita iuvant, ovvero di sublime accorpamento di tematiche horror che vanno dalla già citata dimora infestata alla possessione (poche sono le scene che vedono il piccolo Henry posseduto -con dissolvenza dell'iride- ma spaventose come lo furono, a suo tempo, quelle de L'esorcista). E sottopelle si insinua il brivido, garantito da un approccio ragionato (e lentamente pilotato) verso il paranormale e la plausibile causa spiritica che muove le intenzioni della consapevole (e afflitta) vedova. Il contenitore è dunque quello di un genere (l'horror) trattato con riverenza e profonda consapevolezza dai due giovani autori.
Ma quello che porta su di vari scalini, al di là delle varie rampe, sino al piano superiore La vedova Winchester è l'intimo contenuto, il pacato, ottimista e intelligente substrato polemico nei confronti delle armi, che sono strumento di morte e che possono generare solo sofferenza. Ecco allora che, afflitta da tale consapevolezza, la sagoma velata e in controluce di Sarah Winchester appare essa stessa ombra spiritica, manifestazione ultraterrena, ectoplasmatica presenza destinata alla funzione di sentinella o "guardiana della soglia" (non a caso possiede gli elenchi con i nomi delle vittime uccise dai fucili) e destinata ad ampliare "l'asilo per i defunti, per le anime perse, dei morti con violenza". Una forma di espiazione, un risarcimento destinato a colpevoli e innocenti, comunque caduti a causa delle pallottole sparate da un Winchester. La campana emette i suoi tragici rintocchi a mezzanotte in punto mentre l'anziana e sofferente vedova, persa tra i labirinti della magione (simbolo della mente umana, anch'essa in continua espansione) compone -come medium- progetti per mano di spettri. Testimone delle varie epifanie può essere solo chi, colpito da un colpo di fucile, per tre minuti è stato ospite dell'Aldilà (il dott. Price). Un film come La vedova Winchester è dunque una piacevole constatazione: ossia un buon prodotto non deve necessariamente essere originale. Facendo valido uso dei classici elementi di un genere si può dare corpo ad un ottimo film. Fortuna, ispirazione e -soprattutto- talento: qui in abbondanza, espresso dalla sublime Helen Mirren, vedova in nero, con veletta, che rimarrà per sempre impressa nei nostri ricordi, affiorando delicatamente nei sogni agitati delle nostre notti insonni, mentre sospirando ci ricorda che "si guarisce dalle malattie, non dalle maledizioni."
Citazioni
"Le voglio confidare una cosa che per lei sarà opinabile ma le assicuro che corrisponde a verità: ho una maledizione. Vede, avere proventi in denaro dalla violenza e dalla morte è una nefandezza che finisce per inseguirti come una folla di ombre." (Sarah Winchester / Helen Mirren)
"Ciò che vediamo, gustiamo e tocchiamo viene interpretato ed elaborato ai fini di una nostra realtà. E questa realtà può a sua volta essere una illusione. Creata, distorta... a causa di un dolore." (Price / Jason Clarke)
"Quando suonano le campane a mezzanotte, urlano. I rintocchi li chiamano a raccolta. Per comunicare usano piani, disegni. Vogliono che io costruisca il modo in cui sono morti, per passare il confine che ci separa." (Sarah Winchester / Helen Mirren)
Curiosità
Nel 2003 viene realizzata Rose red, una mini serie televisiva tratta da un romanzo di Stephen King: al centro della vicenda una enorme struttura, in via di estensione, notte e giorno. In questo caso però i costruttori sono gli stessi spettri. Probabilmente il celebre scrittore del Maine si è ispirato (molto liberamente) alla vicenda Winchester.
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