Regia di Hiroshi Nishitani vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
Una bellissima trentenne è costretta a cambiare residenza e vita dopo che la sua storia d'amore con un uomo sposato le ha causato solo problemi, discredito e diffidenza, oltre che una reputazione di rovina famiglie.
L'incontro casuale con un avvenente biologo ricercatore (non ridete, anzi fatelo!!! ma è specializzato in "lucciole") restituirà alla giovane la forza di andare avanti, almeno fino a quando non scoprirà che pure lui è sposato, e che la consorte e rivale è un osso duro da affrontare.
Hirugao - Love Affairs in the Afternoon (2017): Takumi Saitô, Aya Ueto
"Il tormento e l'estasi" - l'enfasi bislacca e smodata è proprio quella! L'accostamento col film in questione, indubbiamente una provocazione - porteranno la coppia dapprima alla clandestinità, poi l'avvio verso una consensuale regolarizzazione del rapporto a seguito di un apparente consenso al divorzio da parte della moglie del ricercatore. Ma la tragedia e vicina a farsi spazio.
Dal Giappone una produzione forte di due star belle ed acclamate come Ueto Aya (vista tra l'altro in Termae Romae) e il tenebroso Saitoh Takumi - presenti in sala e protagonisti di uno dei momenti più glamour del FEFF nr. 19 - si adopera con furbizia a riprendere i cardini di un serial di successo del 2014, proseguendo con una vicenda lacrimevole alla Love Story, ma senza alcun pathos paragonabile al film cult di cui sopra.
Hirugao - Love Affairs in the Afternoon (2017): Aya Ueto, Takumi Saitô
Hirugao - Love Affairs in the Afternoon (2017): Takumi Saitô, Aya Ueto
Il risultato è semplicemente abominevole, tanta è la stucchevolezza e l'improbabilita' che renderebbero più credibile e dignitosa una vicenda alla Cenerentola.
La storia ridicola non riesce minimamente a risultare interessante e lo script si risolve in una sequela imbarazzante di situazioni melodrammatiche e stantie che rendono il film pesante ed arduo anche solo ad essere seguito sino al risibile epilogo sfrontatamente drammatico.
Un film da "evitare come la peste", al giudizio di chi scrive, che, dal momento in cui è stato affrontato, è addirittura riuscito a far rivalutare pasticci melodrammatici epocali e francamente insostenibili del calibro di Autumn in New York.
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