Trama
Shigemori è un brillante avvocato che assume la difesa di Misumi, su cui pende un'accusa di omicidio. Poiché non è la prima volta che viene accusato di assassinio, Misumi rischia la pena di morte ma Shigemori comincia ad avere sospetti sulla sua colpevolezza.
Approfondimento
IL TERZO OMICIDIO: UN CASO COMPLICATO
Diretto e sceneggiato da Hirokazu Koreeda, Il terzo omicidio racconta la storia di Shigemori, un avvocato di successo che assume la difesa di Misumi, un uomo di mezza età accusato di aver brutalmente ucciso e derubato il proprio capo. Il presunto assassino aveva già scontato una lunga pena detentiva per un duplice omicidio di cui si era macchiato 30 anni prima. Le possibilità di Shigemori di evitare la condanna a morte per il suo assistito sono poche, dato che l'uomo ha già ammesso chiaramente la propria colpevolezza. Mentre approfondisce il caso, ascoltando le testimonianze dei conoscenti di Misumi, dei familiari della vittima e dello stesso, Shigemori inizia a dubitare che l'uomo sia davvero colpevole.
Con la direzione della fotografia di Mikiya Takimoto, le scenografie di Yohei Taneda e le musiche di Ludovico Einaudi, Il terzo omicidio è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Venezia 2017: "Il terzo omicidio è un dramma processuale. Volevo rappresentare in modo corretto il lavoro di un legale. Parlando con gli avvocati e con il supervisore legale di Father and Son, tutti mi hanno detto: «La corte non è il luogo dove stabilire la verità». Nessuno, quindi, può conoscere la verità. Ho pensato che fosse un argomento interessante e ho sentito di voler fare un film di genere forense in cui la verità non viene rivelata. Solitamente un film raggiunge la verità verso la fine. Invece in questo film soltanto la procedura giuridica giunge a una conclusione, mentre i personaggi non conoscono la verità. Mostra che la nostra società tollera un sistema imperfetto che non può conservarsi a meno che le persone giudichino altre persone senza conoscere la verità".
"Tra l'avvocato e l'assassino si percepisca un'autentica tensione", ha proseguito Koreeda. "Ho fatto dei reading della sceneggiatura assieme a Fukuyama e Yakusho, gli attori protagonisti, prima di iniziare le riprese. Le scene nel parlatorio sono state meravigliose. All'inizio pensavo di non volerne troppe perché sarebbero risultate statiche. Nei miei precedenti drammi familiari, pensavo a come avrei mosso le persone nello spazio. Per questo film, il parlatorio diviso in due dalla presenza del vetro, conteneva sostanzialmente persone sedute. Tuttavia, quando ho visto loro due interagire, ho pensato che queste scene sarebbero state molto intense. Così ho incrementato il loro numero nel film. Dopo aver visto gli attori al lavoro, sono riuscito a visualizzare l'ossatura del film".
"Per la fotografia - ha concluso il regista - ho puntato al look di un film di genere crime. Ho enfatizzato il contrasto tra luce e ombra, non la luce naturale che avevo usato nei film precedenti. Ho accolto consigli del direttore della fotografia Takimoto Mikiya, inoltre ho girato in CinemaScope. Con questo formato, i primi piani risultano molto efficaci: la scena con i tre avvocati che camminano fianco a fianco, per esempio, colpisce nel segno. Penso che abbia funzionato molto bene. Nella mia testa avevo l’immagine dei crime-movie americani degli anni Cinquanta e ho chiesto a Takimoto di guardare Il romanzo di Mildred. Abbiamo discusso di film che impiegavano bene il CinemaScope, come Seven e diversi titoli diretti da Paul Thomas Anderson, così come Anatomia di un rapimento di Kurosawa Akira. Abbiamo studiato come catturare le cose con il CinemaScope senza perdere il senso della tensione".
Il cast
A dirigere Il terzo omicidio è Hirokazu Koreeda, regista e sceneggiatore giapponese. Nato a Tokyo nel 1962, Koreeda ha cominciato a lavorare nel mondo dei documentari televisivi agli inizi degli anni Novanta, dopo essersi laureato nel 1987 alla Waseda, e ha presentato il suo primo lungometraggio, Maborosi, al… Vedi tutto
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Commenti (3) vedi tutti
regia eloquente, raffinata e questa volta forse fin troppo consapevole ed esibita...però l'argomento è di quelli che fanno pensare: l'integrità morale di un assassino può risultare superiore a quella della società a cui appartiene?
commento di giovenostaIl film prende bene, un giapponese con ritmo con una fotografia splendida. koji Yakusho superlativo.
commento di Alex2134Incursione inedita di Hirokazu Kore eda nel territorio del giallo e del legal drama, ha una trama densa e complessa, che richiede probabilmente più di una visione. Kore eda se la cava comunque egregiamente, costruendo un avvincente dramma giudiziario che solleva interrogativi sul significato di verità e giustizia più che fornire risposte.
leggi la recensione completa di port cros