Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
VENEZIA 74 - CONCORSO
Un operaio sulla via della pensione uccide a sangue freddo sul ciglio di un fiume appena fuori città un altro uomo, che si rivelerà suo datore di lavoro, colpendolo con una pesante chiave inglese, e poi dando alle fiamme il corpo, derubandolo del portafoglio. La polizia ha poco da indagare perché l'uomo si costituisce. A difenderlo sarà chiamato un affascinante e quotato avvocato 45enne, che per prima cosa, non riuscendo a trovare validi appigli per poterlo scagionare, tenta almeno di scongiurargli la pena di morte provando che almeno l'accusa di furto è infondata.
Ma in seguito il legale, venuto a conoscenza della moglie del defunto e della claudicante figlia dei due, verrà sopraffatto da sospetti clamorosi, legati da una parte ad una assicurazione sulla vita stipulata con beneficiario la consorte, e dall'altra dal rapporto deviato tra il defunto e la figlia, e confermati dalla improvvisa ritrattazione dell'accusato, che di colpo rinnega la sua confessione.
Con "The third murder", (il titolo fa riferimento alla circostanza che l'accusa aveva già scontato in gioventù una pena detentiva severa, pur con certe attenuanri, per l'assassinio di due strozzini che lo taglieggiavano) il gran regista nipponico Hirokazu Kore-eda si avventura per la prima volta nei territori del thriller a sfondo processuale; senza per questo rinunciare alle tematicge a lui care inerenti la famiglia, i rapporti che la caratterizzano, il ricordo degli estinti e le riflessioni anche profonde, e sempre lucide, sul senso dell'esistenza.
La dinamica processuale che caratterizza il film è complessa ma lucida e scrupolosamente sviscerata nelle complesse maglie che contraddistinguono il diabolico avvicendarsi degli eventi.
La regia magistrale alterna abili duetti tra i due protagonisti - ripresi quasi sempre uno fronte all'altro in mezzo al vetro del divisorio che li separa, fino ad unirli nella stessa persona nella magnifica scena finale, a scene ove la vena poetica del grande e sensibile realizzatore riaffiora potente come nelle sue storie più intime e familiari (La scena del sogno sulla neve su tutte).
Tra gli attori coinvolti, il reo confesso è interpretato da una celebre star del cinema giapponese, Koji Yakusho (visto tra l'altro in diversi film di Kiyoshi Kurosawa), mentre l'avvocato protagonista è interpretato con valida presenza scenica dall'affascinante Masaharo Fukuyama.
E il film è da una parte una piacevole sorpresa, una lucida riflessione su come viene manipolata anche subdolamente la verità proprio e soprattutto da parte dei garanti della giustizia, per far trarne beneficio ai propri assistiti, fare carriera e trarne maggior profitto; ma anche la conferma, se ce ne fosse bisogno, di trovarsi di fronte ad uno dei più ispirati autori del cinema nipponico odierno.
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