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Tehran Taboo

Regia di Ali Soozandeh vedi scheda film

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La recensione su Tehran Taboo

di alan smithee
4 stelle

Donne sole, disagi, compromessi. Il regista che sceglie di raccontare la verità senza ricorrere a inutili pudori, ma poi, come ripensandoci, si nasconde dietro un trucchetto inutile e fazioso, che rinnega il vero nascondendosi dietro inutili pudori, che servono solo a nascondere i tristi dettagli di una società maschilista e e segregatrice.

locandina

Tehran Taboo (2017): locandina

CANNES 70 - SEMAINE DE LA CRITIQUE 

Una donna ed un.bambino su in taxi tra il caos di una capitale mediorientale da 8 milioni di abitanti: 

Il bimbo non parla e la donna non si tira indietro ad offrire i propri favori sessuali per riuscire a risolvere i molti problemi che la affliggono. Come lei altre due donne in difficoltà ed un musicista si troveranno a doversi destreggiare tra le mille incognite di una vita difficile e caotica di un formicaio umano senza scrupoli, dove tegna la corruzione ed il facile compromesso, cedendo al patteggiamento e non indietteggiando di fronte alla necessità di spendersi nel corpo e nello spirito.

scena

Tehran Taboo (2017): scena

scena

Tehran Taboo (2017): scena

Se la trama e le situazioni potevano risultare coraggiose e quasi eroiche per un film pur europeo, ma di ambientazione iraniana, la magia viene meno con lo stolto stratagemma tecnico adottato.

Il regista e sceneggiatore Ali Soozandeh ci mette coraggio nella scrittura e nella direzione di scene al limite del licenzioso e dell'erotico spinto, ma poi, come a rifugiarsi in in velo protettivo, usa come pareo la tecnica del "rotoscope", già 

utilizzata agli albori dell’età del cinema e ripresa da disegnatori/registi di una certa fama come Richard Linllater per Waking Life e A scanner darky  o Ralph Bakshi in pieni anni Settanta con i suoi cartoon sconstumati e scandalosi.

Una strategia che funziona in tal modo: il regista gira il film in video, come si trattasse di una normale pellicola, e successivamente una squadra di disegnatori ci “fonde” sopra i disegni, che letteralmente ricoprono ogni fotogramma, dando al disegno un realismo e ai corpi e soprattutto ai volti una espressività che generalmente il disegno animato non riesce a raggiungere per intensità e spessore.

scena

Tehran Taboo (2017): scena

scena

Tehran Taboo (2017): scena

Qui la soluzione tuttavia appare solo come un auto censura e toglie quasi del tutto quella sensazionalita' che invece il tema scottante poteva dare ad un film coraggioso e certo osteggiato dai regimi poco aperti dell'est, dipingendo una società velata che si nasconde tra metri di stoffe che non annullano, anzi accentuano il ricorso al compromesso, alla mercificazione del corpo, al subdolo ricatto motale.

Insomma tematiche coraggiose e lodevoli, soffocate da un burqa di autocensuta che ci pare inutile e controproducente.

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