La recensione su Oh Lucy!

di port cros

7 stelle

Commedia certamente leggera e sentimentale, ma piacevole ed ottimista, sul risveglio di mezza età di una donna, senza scadere nella banalità e nella sdolcinatezza. Stimolante la scelta di dividere a metà la vicenda tra Giappone e Stati Uniti, giocando con le differenze culturali e gli stereotipi.

FESTIVAL DI CANNES 2017 - SEMAINE DE LA CRITIQUE

Setsuko, impiegata giapponese di mezza età infelice e solitaria, riceve dalla nipote un insolita richiesta di aiuto: dovrà completare al suo posto un corso di inglese che la ragazza non è più in grado di pagare. Il corso si svolge all'interno un bizzarro stabile che pare più un locale a luci rosse che una scuola di lingue, e altrettanto non convenzionale è il metodo dell'insegnate americano John (Josh Hartnett in un ruolo inedito) convinto che, per assorbire la lingua, sia necessario immedesimarsi completamente nei suoi parlanti, al punto che fa indossare a Setsuko una parrucca bionda e la ribattezzza “Lucy”, invitandola ad abbandonare l'eccessiva rigidità tipica dei giapponesi a favore di una rilassatezza più “americana”.

Proprio mentre Setsuko si appassiona sempre di più al corso (ed al bell'insegnante), di punto in bianco John scompare per tornare precipitosamente negli Stati Uniti, seguito da Mika che si scopre aver avuto una storia con lui. L'invaghita Setsuko non si dà per vinta e convince la sorella Ayako, madre della ragazza, con cui Setsuko ha sempre avuto un rapporto controverso,ad accompagnarla in California alla ricerca dei due. Nella seconda parte il film diventa una sorta di road movie per le strade della California che narra con simpatia l' impatto, non sempre morbido, delle due signore giapponesi con una realtà straniera diversa ed a tratti incomprensibile. Se John nel suo paese natale, non ha più il fascino esotico che lo contraddistingueva in Giappone, Setsuko/Lucy non perde l'attrazione nata per lui a Tokyo, anche se pare più probabile che l'amore per l'insegnante nasconda soprattutto il desiderio di evadere dalla sua grigia e triste vita.

La regista Atsuko Hirayanagi riesce a comporre una commedia certamente leggera e sentimentale, ma piacevole ed ottimista, sul risveglio di mezza età di una donna, senza scadere nella banalità e nella sdolcinatezza. Stimolante la scelta di dividere a metà la vicenda tra Giappone e Stati Uniti, giocando con le differenze culturali e gli stereotipi. La protagonista Shinobu Terajima sa far affezionare il suo pubblico alla sua Lucy, mentre Josh Hartnett dimostra di sapersi reinventare in un contesto inedito.

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