Regia di Emmanuel Gras vedi scheda film
Makala ovvero "carbone", risorsa di vita. La celebrazione del lavoro inteso come fatica estrema, ma appagante e infine nobilitante, trova nell'intenso Makala la dinamica più sincera, ispirata e diretta per comunicare allo spettatore le sue più intense e personali, quasi private sfaccettature.
CANNES 70 - SEMAINE DE LA CRITIQUE - MIGLIOR FILM
La natura che viene in soccorso dell'uomo che ci si affida con devozione e speranza.
Un ragazzo del Congo individua un grande alberi frondoso in mezzo alla foresta.
Si predispone con pazienza, armato di accetta, per abbatterlo. Operazione lunga e faticosa, essendo la base possente e diametralmente molto estesa.
Una volta a terra, il ragazzo procede a ridurlo in un ammasso di parti tagliate, che poi dispone all'interno di una buca scavata nella terra, ricoperta a sua vita di terra, e bruciata attraverso picco fori: per trarne in poco tempo del carbone artificiale.
Trasportera' poco per volta la mercanzia, in sacchi di differenti capienze caricate su una bicicletta scassata, che lo stesso condurrà a mani fino al centro abitato meno lontano per poterci ricavare finalmente, dopo immani e sfiancanti contrattazioni, le meritate sostanze per poter sopravvivere, cercando di elevarsi.
Makala celebra ed esalta senza enfasi, ma con cura per il dettaglio, la fatica umana che sfianca e massacra, ma è spesso anche elementi edificante in grado di elevare l'essere umano che sceglie la via più dura e pura per cercare di ricavare un lecito profitto mobilitate.
Un documentario eccezionale, che per singole situazioni ricorda uno degli episodi dello splendido "Le quattro stagioni" di Frammartino, ed è incentrato a mostrare, più che a commentare, gli aspetti duri e puri di una vita di sacrifici in qualche modo ripagati da un dignitoso giusto compenso.
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