Regia di Fellipe Gamarano Barbosa vedi scheda film
CANNES 70 - SEMAINE DE LA CRITIQUE - CINEMA OLTRECONFINE
Il giovane brasiliano Gabriel Buchmann, dopo la delusione per non essere stato ammesso ad una prestigiosa università americana, decide di trascorrere un anno sabbatico viaggiando per il mondo: ma non come un turista, bensì come un osservatore scrupoloso ed attento di usi e costumi, che nel cammino decide da vivere sulla sua pelle, rifuggendo le tentazioni della comodità e riuscendo a sbrogliarsi con una spesa giornaliera media di non più di 1/2 dollari: autostop, soggiorno in casa di gente locale divenuta amica, vestiti semplici del posto, saldati costruiti in loco con pezzi di battistrada di copertoni d'auto.
Ciò è possibile soprattutto da quando si sofferma sul continente africano, il suo preferito, agglomerato di una umanità travagliata da sempre tra difficoltà climatiche, povertà e tensioni di ogni tipo.
Seguiamo il giovane durante quattro fondamentali tappe, che danno vita ad altrettanti capitoli di circa mezz'ora l'uno, in cui sono tracciati i dettagli di un viaggio che lo porta dal Kenya (con la salita sul Kilimangiaro), Tanzania e Zambia (ove lo raggiunge la fidanzata, pure lei in Africa per un convegno), fino ad entrare in Malawi, ove purtroppo la sua giovane vita ebbe fine a seguito di uno smarrimento fatale del giovane alle pendici di una vetta panoramica molto ambita dagli alpinisti, da sempre sua meta agognata.
Una morte di stenti e freddo che quasi non si spiega in un giovane tosto e divenuto esperto nel sapersi giostrare tra la popolazione indigena, le differenti etnie, forte di un carattere gioviale ed aperto che lo rendeva apprezzato ed amico di chiunque.
Attraverso una tecnica di docu-fiction davvero molto efficace, con cui soli tre attori (quello che interpreta il protagonista- assai bravo e naturale, spontaneo e perfetto per il ruolo, l'attrice che impersona la fidanzata e quella che si occupa di ricoprire il ruolo della collega turista nell'ultima arrampicata in Malawi), Barbosa ci traccia un racconto-memoria toccante di un ragazzo coraggioso e felice di vivere come lo fu il vero Gabriel, deceduto nel 2009.
Tutti gli altri personaggi sono resi da non attori, quasi tutti nella parte di loro stessi e alcuni dei quali davvero in relazione e rapporti con il vero Gabriel.
Un'opera toccante che spazia su tematiche e problematiche concrete, e ci racconta un'Africa vera e genuina, per nulla edulcorata da tentazioni turistiche o finto fuorviante folklore, ed in cui emerge altresì lo spirito altruista di questo onesto allegro eroe di tutti i giorni, grazie al quale i sacrifici approntati lungo il cammino, ed i piccoli risparmi sottratti al suo benessere per essere donati al popolo, resero possibili molte buone azioni come l'ultimazione di case rimaste incompiute o l'acquisto di testi per scolaresche del posto.
Con questa sua seconda opera (la prima era il valido Casa Grande) Fellipe Barbosa si conferma un talento da tenere d'occhio.
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