Trama
Malgrado la minaccia di morte che incombe sulla sua testa, Stéphane decide di tornare in Corsica per partecipare al funerale di un amico di infanzia, assassinato il giorno prima. L'occasione gli fornisce il pretesto per ricordare gli eventi che lo hanno portato da Bastia ad abbracciare una vita fatta di radicalismo politico e clandestinità.
Approfondimento
UNA VITA VIOLENTA: L'EPICA CRIMINALE DELLA CORSICA
Diretto da Thierry de Peretti e sceneggiato dallo stesso con Guillaume Bréaud, Una vita violenta racconta la storia di Stéphane, un uomo che, nonostante la minaccia di morte che pesa sulla sua testa, decide di tornare in Corsica per partecipare al funerale del suo migliore amico e compagno d'armi, Christophe, ucciso il giorno prima. Per Stéphane è l'occasione per ricordare gli eventi che hanno condotto lui, un intellettuale piccolo borghese di Bastia, a passare dalla piccola criminalità alla radicalizzazione politica e alla clandestinità.
Con la direzione della fotografia di Claire Mathon, le scenografie di Mamon Lutanie e i costumi di Rachèle Raoult, Una vita violenta viene così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film alla Semaine de la Critique 2017: "Sono nato e cresciuto in Corsica, e ancora oggi vi passo metà del mio tempo. Ho un legame forte con l'isola. La mia famiglia, alcuni dei miei amici e molti dei miei cari vivono lì. Ho sempre trovato molto difficile spiegare ai miei amici, alle persone che incontravo o ai miei colleghi di Parigi o altrove, il posto da cui venivo, e non soltanto dal punto di vista geografico. Io non sono cresciuto in un luogo arcaico e fuori del tempo, e proprio come i miei coetanei anch'io ho ascoltato gli Smiths e guardato Uomini veri di Philip Kaufman, Nightmare - Dal profondo della notte di Wes Craven o Police di Maurice Pialat. Certo, la mia infanzia e adolescenza sono state segnate da un clima di violenza politica e da una profonda confusione. Gli abitanti della Corsica della mia generazione sono stati tutti testimoni o protagonisti, a vari livelli, di violenza e omicidi, vendette, attentati, famiglie decimate. Tutti noi abbiamo avuto amici che hanno scelto il sentiero più impervio, incontrato le persone sbagliate, oppure, senza mezzi termini, perduto le loro vite. Ho cercato di fare del mio meglio per dare conto accuratamente di queste due condizioni, questi due mondi che sono mescolati e fusi tra loro… Uno è il mondo in cui la società è pervasa, come altrove, dagli eventi e dalla confusione. Un altro invece è quasi un infra-mondo, entrambi problematici e oscuri, in cui la società è ossessionata dal sangue, dalla follia e dal territorio".
"Sono interessato - ha continuato Peretti - a quel periodo in cui dozzine di giovani corsi furono uccisi brutalmente, spesso per ragioni oscure, anche se sembrava che avessero imboccato la strada cattiva del radicalismo politico o del crimine. Filmare quel periodo significa affrontare temi come l'origine della violenza, e interrogarsi su quelli che affliggono l'isola oggi. Il film non ha una prospettiva storica, ma tratta di storia e di politica, ma soprattutto della Francia. Il film è un omaggio a tutti quei giovani che si sono persi o sono stati uccisi. Ma è anche la promessa di un dialogo tra una generazione dimenticata, persa e abbattuta e un'altra, ancora viva e vegeta, rappresentata sullo schermo dai suoi predecessori".
Il cast
A dirigere Una vita violenta è Thierry de Peretti, regista, sceneggiatore e attore francese. Nato ad Ajaccio in Corsica nel 1970, si è diplomato nel 2001 all'Accademia di Francia a Roma e ha mosso i primi passi come attore in ambito teatrale, ricevendo anche il premio come miglior rivelazione per un'opera messa in… Vedi tutto
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.