Regia di Hubert Charuel vedi scheda film
"C'è stata una grande moria delle vacche", diceva Totò in quel duetto epocale con Peppino De Filippo che tutti conoscono. Lo sa bene Pierre (Arlaud), allevatore di bestiame trentenne, che per amore di quelle mucche continua a subire l'invadenza della madre e si disinteressa a un possibile flirt con una fornaia. Quando gli animali vengono colpiti da una febbre emorragica, questo ragazzo che sembra uscito da un romanzo di Musil farà di tutto per salvare le sue vacche, trovandosi da solo a fronteggiare il rigore della sorella veterinaria (Giraudeau) e l'indifferenza degli amici.
Premio César come migliore opera prima, Petit paysan è il ritratto doloroso, ma mai stucchevole, di un antieroe senza qualità, capace di vedere il proprio lavoro come una missione da portare donchisciottescamente a traguardo. Il regista parla di cose che conosce (la fattoria dove è ambientato il film è quella dei genitori), di orari precisi, di dedizione continua, realizzando un film insolito che rende lo spettatore totalmente partecipe dell'ansia febbricitante (è il caso di dirlo…) del protagonista per una vicenda che potrebbe cambiargli la vita.
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