Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
La moglie ingenua e il marito malato è una delle pellicole meno note dirette da Monicelli, ma si tratta anche di un lavoro piuttosto atipico per il Maestro: un mediometraggio dalla destinazione televisiva, peraltro tratto da un romanzo sostanzialmente intraducibile per il cinema, firmato da un altro Maestro, cioè Achille Campanile. Il surrealismo sfrenato di quest'ultimo, unito ai suoi bisticci di parole e ai dialoghi nonsense che caratterizzano il testo di origine, è qualcosa di unico e di fortemente ancorato alla forma verbale, nonchè al sottilissimo, affilato umorismo della prima metà del Novecento (il libro è del 1941); inutile sottolineare quindi quanta parte della pagina vada perduta sullo schermo. Ma a disposizione di Monicelli c'è un cast tecnico e artistico di primo livello, a partire dalla sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico, dal montatore Ruggero Mastroianni, dalle musiche di Nicola Piovani e dai costumi di Lina Taviani, per arrivare a un gruppo di interpreti eterogeneo e ben assestato: Fernando Rey, Diego Abatantuono, Stefania Sandrelli, Galeazzo Bentivoglio, Carlo Giuffrè, Cinzia Leone, Paolo Bonacelli (e in un ruolino c'è anche il caratterista Paul Muller). La storia è scoppiettante e il ritmo adeguatamente mantenuto alto; come estemporanea divagazione o divertissement 'tanto per non annoiarsi', il film ha qualche ragione di esistere. Difficilmente però può significare altro. 4/10.
Uno stimato professore, un bel giorno, si ritrova un piccolo paio di corna in fronte. Prima che la moglie torni a casa, l'uomo comincia a indagare su una sua presunta infedeltà; ma intanto le corna crescono senza sosta.
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