Regia di Vladimir de Fontenay vedi scheda film
CANNES 70 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
Vite ai margini per una coppia alla deriva, formata da una giovanissima ragazza madre, il suo bambino di quattro anni ed il balordo ultimo fidanzato di lei.
Quando la domanda di assegnazione di un alloggio sociale si impantana tra le maglie di una burocrazia che evidentemente caratterizza pure l'amministrazione canadese, i tre decidono di fermarsi col loro automezzo presso una periferia cittadina, per tentare di installarsi di nascosto, quindi abusivamente, in una delle case mobili in vendita presso un vicino spazio espositivo.
Ma quell'escamotage furbo e pericolante, instabile e difettoso già nei suoi pretesti, si rivela solo come una vana illusione e una prova effimera per la creazione di un'armonia da focolare domestico che certo in altri contesti ed in condizioni meno precarie, avrebbe potuto costituire le basi di una unione in grado di sfidare le incognite del futuro.
In questo caso invece la giovane madre comprende, e cerca di far capire al suo bambino anche grazie ad una nota parabola di origine cristiana, che la lontananza che li caratterizzerà da quel momento in avanti, non sarà frutto di un abbandono per disinteresse, di un capriccio come altri già manifestati in passato, bensì una calcolata ed opportuna scelta d'amore verso un figlio, amato certo, ma inevitabilmente trascurato e lasciato allo sbando, al cospetto di cotanti genitori, naturali o adottivi che essi siano.
Il film di Vladimir de Fontenay ha il pregio di non piangersi troppo addosso e di raccontare con un piglio sostenibile e realista, i tentativi vani di un riscatto di fatto impossibile, ostacolato dalla dura legge che premia i provvidi e gli intraprendenti e ricaccia nel limbo i disorganizzati, gli stolti, e i perseguitati dal destino avverso.
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