Regia di Chloé Zhao vedi scheda film
CANNES 70 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Un giovane ex campione di rodeo, nonché abile addestratore di cavalli selvatici, deve rassegnarsi a cambiare vita, rinunciando ad un lavoro e ad un ambiente che ama e sente suo, a causa di un grave incidente che gli ha procurato una pericolosa lesione alla testa.
La ferita, appena rimarginata, gli procura preoccupanti fastidi, come la semi infermità di una mano, che non riesce più a rospondere agli stimoli nervosi del cervello, o lo fa con preoccupante ritardo.
A casa il ragazzo, orfano dell'amata madre, pure lei cavallerizza, deve accudire una sorella sofferente di un lieve ritardo cerebrale, mentre pure il padre, commerciante ed allevatore di cavalli, non se la passa molro bene, non riuscendo più come un tempo ad arrivare a procurarsi serenamente i soldi dell'affitto di casa.
Trovato un impiego temporaneo in un supermercato, il giovane, riconosciuto per strada e sul lavoro dai molti ammiratori, vuole almeno riprendere il proprio ruolo di addestratore, per il quale s' molto ferrato E richiesto in zona. E forse lasciarsi convincere ad allenarsi per il prossimo rodeo, partecipando anche in onore di un suo caro amico ferito pure lui, ma in modo decisamente più serio, ed ora giacente quasi in stato vegetativo su una carrozzella.
The Rider, opera seconda della brava regista di etnia asiatica, ma americana, Chloe Zhao, ci trasporta nei pressi di una America dei grandi spazi ove l'uomo appassionato riesce a rendersi parte del paesaggio e a vivere in simbiosi e come psrte integrante della bellezza mozzafiato dei larghi spazi senza confine. Una simbiosi che è durissimo riuscire ad abbandonare quando mancano i presupppsti per ppter continuare.
Il film è una occasione intelligente, acuta ed emozionante per farci riflettere sull'importanza dei nostri obiettivi e sulla necessità di guardarsi concretamente in avanti, trovando la forza e l'intelligenza per fermarsi quando il limite supera la umana possibilità di riuscita.
La Zhao, che abbiamo imparato a conoscere proprio alla Quinzaine di qualche anno fa con l'opera notevole d'esordio "Songs my Brother, tought to me", impiega a recitare persone del luogo, una vera famiglia, gente che ha subito davvero incidenti tremendi che li hanno lasciati paralizzati, attori di vita credibili ed espressivi più di veri professionisti.
E filma con struggente poetica ed emozione autentica una stpria di una sfida che il nostro protagonista accetta per orgoglio, ma che riuscirà a gestire con la testa, comprendendo solo alla fine che a volte è più coraggioso ed eroico scegliere di tirarsi indietro ed accettare la triste realtà dei fatti, che proseguire abbagliati da un sogno irrealizzabile e fatuo.
Grande riscontro tra il pubblico e emozioni a fior di pelle, per uno dei film più appassionanti struggenti della Quinzaine 2017.
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