Regia di Chloé Zhao vedi scheda film
Il film è bello, drammatico, e soprattutto la cosa più interessante è che si tratta di una storia vera, e gli interpreti sono le persone stesse che l'hanno vissuta (non parliamo poi dell'ambientazione).
E' una foto molto fedele di un certo tipo di ambiente, i cowboy che resistono al giorno d'oggi, malati di tifo ai rodei come noi occidentali lo siamo per il calcio. Come da noi i grandi calciatori, le stelle del rodeo sono persone famose e stimate, ma che rischiano in continuazione la vita, e non solo il ginochio o qualche più o meno banale infortunio. (Il film ce ne mostra due, molto giovani, quasi invalidi per incidenti nei rodei).
Tutta questa situazione, però, secondo me è poco sensata. Forse negli abitanti del logo (i protagonisti sono indiani nativi) c'è un istintivo amore per i cavalli e la vita selvatica, che forse solo i possessori di cani riescono a comprendere; tanto che il protagonista, non potendo darsi ai rodei, prova a fare l'addestratore (o domatore, direi io), di cavalli selvatici. Perciò do un bon voto al documentario, ma un giudizio morale appena sufficiente per il tipo di vita che viene documentato.
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