Regia di Sharunas Bartas vedi scheda film
CANNES 70 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS - ARTEKINO FESTIVAL BY MYMOVIES
Gli orrori di una guerra resa ancora più terribile per il fatto di macerare due popoli confinanti, uno che pretende di annettere, l'altro che rivendica la propria titolarità culturale e pure istituzionale.
Due ragazzi lituani, Rokas e Inga, vogliono capire e si offrono volontari per trasportare generi di conforto nelle file delle truppe ucraine bloccate dal gelo, per alleviare freddo e stenti alle truppe di confine.
Prendono pertanto contatto con un tizio che organizza l'invio di convogli umanitari, attratto subito dalla bellezza di Inga.
Tra i due volontari, attratti pure fisicamente l'un l'altro, si disegnano i contorni di una storia d'amore che non riesce davvero a manifestarsi, distratta e sviata da interventi di terzi che riescono a impedirne la celebrazione.
Poi una serie di circostanze che conduce i due ben oltre i posti di blocco, fino al confine russo ove il ragazzo scoprirà, a sue spese, che la guerra è un affare letale e senza scampo.
Abituati a dialoghi radi e a riprese lunghe e contemplative che da sempre costituiscono la forza dell'affascinante poetico regista lituano Bartas, questo Frost ci pare già dopo la prima mezz'ora un passo falso davvero emblematico: un pasticcio infarcito di dialoghi imbarazzanti e situazioni mal giostrate che rendono il film una bolsa, goffa e inutile puntualizzazione teorica ed accademica della brutalità dei conflitti.
Non era proprio necessario ribadirlo, non con un film così banalmente teorico che procede per formule e caratterizzazioni scontate di personaggi bidimensionali e scontati come cliché.
Tra il cast spicca per notorietà, più che per reale bravura, la ex divetta francese anni '80 Vanessa Paradis, ex signora Depp.
Peccato per Bartas. Un film attuale, con spunti forti, ma impantanato sui suoi personaggi cristallizzati. Dunque, purtroppo, da dimenticare.
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