Regia di Jonas Carpignano vedi scheda film
Bisogna senz'altro riconoscere che, nel panorama attuale del cinema italiano, trovare una simile autenticità autoriale, è difficile; forse, ancora qualche "vecchia gloria" riesce a distinguersi. In questo caso, Jonas Carpignano, qui, al suo secondo lungometraggio, dimostra di non essere secondo a nessuno per quanto riguarda la fluidità di racconto. Certo, può sembrare un po' fastidioso l'uso smodato di camera a mano per dare un senso di documentarismo alla storia; la Ciambra del titolo è la comunità rom di Gioia Tauro dove vive Pio, con la sua famiglia, barcamenandosi tra piccoli furti e tanti eccessi. L'amicizia con un ragazzo di colore che lo aiuta a racimolare i soldi per vivere, inizierà a fargli cambiare punto di vista, facendolo pian piano diventare un uomo. Recitato in calabrese stretto, con tanto di sottotitoli, colpisce, innanzitutto, per la credibilità che Carpignano dà ai vari personaggi. Anche tecnicamente parlando; fotografia e sonoro sono sopraffini. Co-prodotto, tra gli altri, da Martin Scorsese.
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