Regia di Jonas Carpignano vedi scheda film
"A Ciambra" è, dal mio punto di vista, uno dei più straordinari film italiani contemporanei. È una scoperta in molte direzioni: tematica, linguistica, stilistica. Tematica: il protagonista è un adolescente di una comunità Rom radicatissima a Gioia Tauro. Quanti film conoscete sulla comunità? Che non siano intrisi di perbenismo o di condanna? In "A Ciambra" c'è solo vita, pulsante. Linguistica: la camera a mano del regista e del suo direttore della fotografia è di un virtuosismo oggettivo, ma senza mai farsi nascisista; è sempre il soggetto a occupare la scena, nei continui movimenti intorno a questo ragazzo e alla sua crescita irrequieta. Infine stilistico (ma potrebbe essere l'inizio): tutti gli attori sono non professionisti, ma soprattutto, sono i protagonisti stessi del racconto, sono la vera famiglia, Pio è il vero Pio che il regista ha incontrato a Gioia Tauro, sono veramente membri della comunità Rom e tutto nel film è dentro la loro realtà, pur in una scrittura che innesta una trama, degli eventi, dentro l'osservazione. Ma sono eventi verosimili. E come ricorda sempre Aristotele, il verosimile può essere più vero del vero. Accade anche per A Ciambra, visione obbligata per respirare un po' e rallegrarsi del cinema contemporaneo e della sua capacità, nonostante tutto, di raccontare in modo autoriale, personale, scovando storie che vale la pena guardare senza doversi chiudere in alcun ego intimista
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