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La forma dell'acqua

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su La forma dell'acqua

di YellowBastard
7 stelle

Prendete Il Mostro della Laguna Nera, pellicola di fantascienza del 1954 di Jack Arnold, è trasformatelo nel Principe Azzurro di una Cenerentola in una sua particolare versione più oscura e dispotica e ambientatela nei giorni più caldi della guerra fredda, in un clima di incertezze che si riflettono in una società solo apparentemente felice e proiettata verso il futuro ma in realtà preda della paura e del dubbio.
Prendete degli emarginati, ognuno con un qualche elemento che li rende "inadeguati" rispetto al resto della società dell'epoca (una disabile, un omosessuale, una donna di colore e... una spia russa), e rendeteli i protagonisti di un racconto dalle venature fiabesche e da una forte impronta romantica e/o nostalgica e visionaria e vi sarete assicurati il vincitore come miglior pellicola della cerimonia degli Oscar del 2018.

 

La forma dell'acqua e gli altri film del weekend - Piero Zardo -  Internazionale

 

The Shape of Water (titolo originale) è, in tutto e per tutto, un film di Guillermo Del Toro, costantemente coerente con la propria visione (e con un tutto ciò che, di positivo e negativo, questo comporta), realizzando una nuova fiaba gotica mescolando mito e leggenda, anche cinematografica (non a caso la protagonista vive sopra a un Cinema, porta d'accesso a un mondo di sogni) tra fantascienza e horror, il tutto attraverso un'inclinazione estetica che si rifà a un cinema da anni '50 sia come ambientazione che come scenografie, esaltando le proprie pulsioni cinefili in cui forme e contenuti si amalgamano tra loro ma in modo sempre estremamente coerente e armonioso, mai troppo gratuito.


Si tratta di un racconto allegorica, non propriamente realistica, e si può anche criticare l'eccessiva enfasi o anche le intenzioni, in generale, dietro a certe scelte, che possono essere condivise o meno, ma il cuore del film, la propria ragione di essere, è proprio questo gruppo di "emarginati" e la loro "ribellione" nei confronti di una società falsamente perbenista ma in realtà illiberale, razzista, misogina e violenta e capace di creare da sé i propri "mostri", senza bisogno di andare a cercarli in Amazzonia (ennesimo richiamo all'attualità americana).
Mostrarli come parte integrante di questa società in quanto persone "normali", ovvero asservite proprio a quel genere di ipocrisie e falsità che la pellicola invece condanna, non avrebbe portato a veicolare questo messaggio, da cui invece la necessità di sottolinearne le "differenze" rispetto agli altri che diventa assolutamente FONDAMENTALE proprio per il tipo di messaggio di cui la pellicola si fa promotrice

 

Per me la presenza della creatura è invece  quasi un mc giffin, un "evento" più che un personaggio attorno al quale ruotano le vicende dei veri protagonisti della storia (e non è certo un caso che non dimostri una qualche personalità o non abbia una sua evoluzione nell'arco nella storia), la suddetta storia d'amore è esclusivamente in funzione del personaggio della Hawkins e, seppur rilevante, è secondaria rispetto a quello che maggiormente interessa a Del Toro, ovvero del come reagiscono e soprattutto del perché reagiscano in tal modo tutti i vari personaggi della vicenda all'introduzione nel loro mondo di un elemento così alieno e disgregante, e del come queste reazioni, positive o negative che siano, siano strettamente legate al contesto non tanto politico, che sarebbe forse un termine eccessivo, ma piuttosto ideologico e sociale a cui ogni personaggio è legato.

Che poi queste siano anche dei cliché e verissimo ma questo, onde massimizzare al massimo l'empatia della maggior parte del pubblico, è anche una cosa assolutamente voluta.

Dopotutto si tratta pur sempre di una favola.

 

Cinematic Artistry on Twitter: "The Shape Of Water (2017) Director:  Guillermo Del Toro Cinematographer: Dan Laustsen… "

 

Splendida prova di Sally Hawkins in una performance carica di emozione e umanità nonostante il limite dettato dalla mancanza di voce, anche grazie al tocco soave con cui Del Toro racconta il suo personaggio.
Michael Shannon riesce invece a creare disagio e tensione in ogni azione del suo personaggio, costantemente accompagnato dal suo bastone, simbolo di prevaricazione e di una violenza sempre in agguato e pronta ad esplodere.
Buone anche le interpretazioni degli altri interpreti, a partire soprattutto dal sempre bravo Michael Stuhlbarg e, a seguire, da Richard JenkinsOctavia Spencer e il sodale Doug Jones nel ruolo (ovviamente) del “mostro”.
Ottime anche le musiche che accompagnano la visione e nota di merito personale per i bellissimi titoli di testa, combinazione perfetta di fantasia e poesia in immagini.

 

VOTO: 7,5

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