Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
“La forma dell'acqua”, che ha ispirato il libro omonimo, è a mio giudizio un bel film, ma non quel capolavoro osannato da molti ai tempi della sua uscita.
Sicuramente è ben interpretato e suggestivo, con ambienti cupi che creano tensione e personaggi eccentrici che generano curiosità, ma l’inizio è molto lento e durante la prima mezz'ora annoia.
La narrazione monotona e scarsamente loquace della fase introduttiva risulta difficile da seguire per quegli spettatori che non amano lo stile da cinema muto d’epoca.
La trama diventa interessante quando entra in scena il freak della situazione, che non si capisce bene cosa sia e se appartenga alla classe dei buoni o dei cattivi – è davvero un dio? Sarà, ma i suoi comportamenti non sembrano avere molto di divino.
La donna che lo ha in simpatia e che comunica con lui è un bel personaggio, suscita tenerezza e compassione, poiché è la classica donna emarginata, con problemi a relazionarsi con gli altri per via del suo mutismo.
Inizialmente, il suo rapporto con la "creatura" incuriosisce ed entusiasma, poi però, quando tra loro entra in ballo l'attrazione erotica e la successiva “consumazione” – ridicoli e volgari i gesti mimici con cui lei cerca di spiegarlo all'amica, deturpano la raffinatezza e serietà della pellicola – può arrivare a scadere come storia, perdendo quell'originalità, fascino e alone di mistero che sembrano contraddistinguerla.
Insomma, tanti giri e virtuosismi registici solo per andare a finire lì... al caro e buon vecchio sesso, alla solita minestra conosciuta da decenni: l’amore proibito tra creature differenti… il classico spunto in stile “La bella e la bestia”. L’umana e il dio marino. Idee trite e ritrite nulla di che. E tutto diventa presto banale e scontato. Anche le dinamiche della trama, a un certo punto, diventano intuibili.
Un’opera, in definitiva, a dir poco sopravvalutata e sconclusionata, con un ritmo discontinuo e un finale un tantino grottesco e irrisolto. La classica americanata, quindi, che ha il pregio di proporre un’intrigante dose di fantascienza che tuttavia lascia perplessi, con molti quesiti senza risposta.
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