Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Bello ma non bellissimo, bello ma non un capolavoro e neanche un filmone. Bello nel senso di carino.
Sopravvalutato è il primo termine che mi viene in mente. Il film è carino, molto carino, anzi, ma non è un capolavoro e non è neanche un filmone. E’ carino, con i pro e i contro di questa definizione.
Tempi di guerra fredda, una specie di mostro della laguna viene catturato e studiato negli USA. L’addetto alla sicurezza e il generale sembrano arrivare da fumetti anni ’50: razzisti, ottusi, volgari, tutti d’un pezzo…e naturalmente decisi a vivisezionare la creatura. Creatura di cui si innamorerà la protagonista (Sally Hawkins, ottima), una ragazza muta che si occupa delle pulizie dei laboratori. Altro non va detto, il film va visto non fosse solo perché ha vinto l’Oscar e ha vinto a Venezia come migliore film.
Cosa c’è che non funziona? Mah, nulla di preciso, al di là della trama telefonata come un film di 40 anni fa. Forse la creatura non conquista mai fino in fondo, forse la relazione tra lei e la protagonista (con varie scene di nudo, complimenti alla signora, in gran forma) non prende molto, sarà che il regista Guillermo Del Toro, di cui ho visto parecchi film, non mi fa impazzire, che so, qualcosa manca, senza dubbio, dato che darò un 7/8; voto ottimo ma decisamente basso per un film con tale palmares.
Critica contenta, pubblico che ha apprezzato ma senza entusiasmo, come detto ha vinto l’Oscar 2018 (ma per dire Tre manifesti a Ebbing, Missouri era DECISAMENTE superiore, per me non c’è confronto, e pure L’ora più buia mi è piaciuto di più, e tanti altri non li ho visti); vinse anche l’Oscar per regia, scenografia e colonna sonora (e c’erano altre nove candidature!!!). Ha vinto il Leone d’oro a Venezia, dove pure c’era Tre manifesti, che cavolo. Costato pochissimo (bravi, avrei detto molto di più), incassò dieci volte tanto, dunque molto bene anche al botteghino.
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