Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Anche i Russi hanno sentimenti, eppure gli spariamo addosso.
La solitudine della diversità in un mondo in cui dominano le contrapposizioni, quella fra Americani e Sovietici in piena Guerra Fredda, ma anche quella fra bianchi e neri all'alba delle lotte per i diritti civili e quella fra uomini e donne, quando ancora il femminismo non era nato.
L'incontro del vero amore fra Eliza, la ragazza che qualcuno ha misteriosamente privato della parola tagliandole la laringe, e l'altrettanto misterioso essere anfibio catturato in un fiume dell'Amazzonia, dove era venerato come un dio, avviene nella più improbabile delle location: un laboratorio segreto da qualche parte di Baltimora, dove si studiano le contromisure nei confronti dei Sovietici che a quel tempo sembravano primeggiare nella corsa allo Spazio.
E' questo che rende il soggetto meno disneyano di quanto potrebbe inizialmente sembrare: lo sfondo da Area 51 che fa da cornice agli eventi, l'aura di protervia e di malignità incarnata dallo splendido narcisismo del colonnello Strickland e l'ironia disseminata a piene mani da Del Toro con le sue atmosfere vintage e i personaggi ben caratterizzati di perdenti di successo (il disegnatore che aborre la fotografia e per giunta è omosessuale; la Delilah, donna intelligente costretta a fare le pulizie probabilmente solo a causa del colore della sua pelle; Dimitri, la spia russa infiltrata che ama la scienza e vorrebbe scoprirne i segreti, ma viene obbligato a distruggerli per non lasciarli in mano agli americani).
Insomma un pregevole misto fra la storia di King Kong (o meglio Il Mostro della Laguna Nera) e i cromatismi de Il favoloso mondo di Amelie, che produce una storia che già sappiamo come va a finire ma di cui ci interessano forse ancora più le sottotrame e le diramazioni parallele.
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