Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Una fiaba delicata, in forma liquida, immersa di sogno acquatico, a metà tra un film sincronizzato e un inabissamento in apnea.
Una strizzatina d'occhio a tutto il diverso possibile, dall'handicap al gay, dal mostro al razzista ipocrita, dal politico carogna al militare idiota, oltre a richiami sparsi a mezzo mondo cinematografico con spazio anche per l'unico inserto, a mio avviso completamente fuori registro, di balletto lalalandesco assolutamente affrancabile nell'economia già ricca di occasioni di riflessione e spunti comunque originali.
Ottimi tutti gli interpreti a cominciare dal sadicamente schizzato “uomo che risolve” Michael Shannon, alla tenerissima Sally Hawkins che comunica splendidamente con il linguaggio dei segni, ai comprimari Karl Jenkins (il vicino di casa gay) e Octavia Spencer (la collega di pulizie nera), per non parlare ovviamente del mostro anfibio, semidio proveniente dall'Amazzonia, amante di uova e gatti, dall'occhietto gentile e scattoso, il pistolino a scomparsa e le pose tra lo spiderman e il felino soffiante.
Una pellicola che scorre via elegante nella sua fragilità di fondo, specialmente se si azzecca l'approccio e l'esatta sospensione dell'incredulità.
Una storia d'amore tanto improbabile quanto coinvolgente, per la quale è impossibile non fare il tifo, visto anche l'altissimo tasso di caproneria degli “antagonisti” (con l'eccezione della spia sovietica, animata da ben altri valori che quelli politico/militari), una parentesi di cinema che intriga e trascina, con parentesi di alto effetto cinematografico, come l'esordio sommerso o l'amplesso metaforico tra due gocce d'acqua, ampio preludio a tutto ciò che sarà.
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