Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
The Shaper of Water, ovvero la Bestia e la Bestia
Ultimo film di Guillermo Del Toro, visto a Venezia74. Nonostante non ami il genere fantasy, avevo apprezzato "Il labirinto del fauno" del medesimo regista e, trovandomi a Venezia nel giorno dell'anteprima, ho deciso di andare a vedere "The Shape of Water" senza troppe aspettative.
Fatico a dare un voto a questo film in quanto, immediatamente dopo la visione, la mia sensazione è stata prevalentemente negativa, perché la trama non mi ha conquistato, non mi ha emozionata e a tratti mi ha addirittura infastidito. A giorni di distanza il mio giudizio si è però spostato verso un parere più positivo poiché, ripensando al film "a freddo" e con maggiore oggettività, riesco a trovare numerosi elementi validi, soprattutto dal punto di vista tecnico.
Ma ora andiamo pià nel dettaglio.
Il film parla di Elisa, una donna muta dalla nascita che lavora come donna delle pulizie in un laboratorio aerospaziale, dove scoprirà l'esistenza di un mostro tenuto nascosto dal governo americano. Sentendosi simile a questo mostro, per la sua condizione di mutismo, che la rende diversa dagli altri esseri umani, Elisa si innamorerà del mostro e cercherà di salvarlo.
L'acqua, sin dal titolo del film, è un elemento molto presente: la fotografia è costruita sui toni del verde/verde acqua/blu; i movimenti di macchina in molte scene danno la sensazione di galleggiare; il mostro ha bisogno di acqua per sopravvivere, così come Elisa è molto legata all'acqua (in questo senso è emblematica la sequenza iniziale in cui Elisa mette le uova a cuocere in acqua e, nel frattempo, entra nella vasca da bagno); nelle scene di maggiore intensità è poi sempre presente l'acqua, sotto forma di pioggia o bagni allagati.
Un altro tema preponderante è quello della diversità: il mostro in primis è diverso da ciò che è considerata normalità, mentre Elisa è diversa perché muta. Vi sono poi due personaggi che rappresentano due tra le categorie di persone che più sono state discriminate nel corso della Storia per la loro diversità (e in parte, purtroppo, lo sono tuttora): i neri, rappresentati da Zelda, amica e collega di Elisa, e gli omosessuali, rappresentati dal migliore amico di Elisa.
Uno dei punti forti del film sono le validissime interpretazioni di tutti gli attori, ma in particolare Sally Hawkins e Michael Shannon, che danno vita a personaggi che riprendono i classici topos della favola (l'eroina, il cattivo, gli aiutanti, ...). La trama infatti può risultare abbastanza scontata, poiché riprende i classici meccanismi della fiaba.
Gli effetti speciali sono ben curati e mai esagerati.
Tuttavia, nonostante i validissimi elementi tecnici, non posso negare che nel complesso questo film non mi è piaciuto.
Molti hanno paragonato questa storia a quella de "La Bella e la Bestia"; per certi versi, infatti, è simile. Ritengo, però, che in questo caso non abbiamo una bella e una bestia, bensì due "bestie", o meglio, due personaggi considerati "diversi" e quindi esclusi dalla società. Il loro legame amoroso sembra quindi basarsi unicamente su questo "difetto" comune. La forza de "La Bella e la Bestia" stava, invece, nell'assenza di pregiudizi da parte della Bella, che si innamora della Bestia riuscendo ad andare oltre la sua diversità. In "The Shape of Water" manca totalmente questo aspetto. Inoltre ho trovato fastidioso il modo in cui è stata rappresentata l'intimità tra i due, ad eccezione della loro prima unione, che è stata lasciata all'immaginazione dello spettatore, attraverso una poetica unione tra due gocce d'acqua. Quelle successive mi sono sembrate di troppo e le ho trovate di cattivo gusto.
Per concludere, questo film, seppure abbia parecchi elementi validi dal punto di vista tecnico, non mi ha conquistata e non mi ha lasciato alcun messaggio rilevante, per cui non mi sento di dare né un voto alto, né un voto troppo basso.
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