Regia di Bradley Cooper vedi scheda film
C’era bisogno di un ennesimo remake di “E’ nata una stella”, di cui la versione più famosa e migliore resta probabilmente quella del 1954 firmata da George Cukor con Judy Garland? Difficile rispondere alla domanda, ma questa storia ha molto da dire sui meccanismi dello show business americano e viene puntualmente riproposta, con varianti in questo caso neanche troppo sostanziali, anche se Bradley Cooper sembra rifarsi più al remake del 1976 con Barbra Streisand, che non ho visto, che non alle versioni di Cukor o di Wellman. Cooper tende un po’ a strafare, si prende la responsabilità artistica quasi totale della pellicola firmando la regia, collaborando alla sceneggiatura e alla produzione e riservandosi il ruolo da protagonista che già fu di James Mason e Fredric March. La regia soprattutto nella prima parte ha buone trovate, azzeccando diverse sequenze, specialmente quelle musicali, ma non esclusivamente. Cooper sembra concentrarsi molto sulla direzione degli attori, specialmente Lady Gaga e se stesso, ma il ritmo non ne risente e il film mantiene delle aperture affascinanti, dei brani in cui la storia di Jackson ed Ally sembra trovare qualcosa di nuovo da comunicare allo spettatore, anche a quello ignaro delle versioni precedenti. Le canzoni hanno una risonanza grazie all’apporto canoro di Gaga, ovviamente notevole, mentre come attrice la stessa se la cava in maniera dignitosa, non è il mostro di bravura da Oscar che qualcuno vorrebbe, soprattutto una certa critica americana che sta esaltando eccessivamente il film, ma insomma riesce a caratterizzare il personaggio con adeguata sensibilità e naturalezza… certo non è Judy Garland, su questo non ci sono dubbi, ma bisogna riconoscerle di aver affrontato la performance con un impegno non superficiale. Nella seconda parte il film risulta meno compatto, anche se l’approccio fisico alla materia narrativa con abbondanza di primi piani non perde la sua efficacia. Gli snodi melodrammatici, però, hanno una minore densità rispetto al film di Cukor, la scena della premiazione ai Grammy perde il confronto rispetto a quella in cui la Garland ritirava l’Oscar col marito ubriaco, anche il litigio e la rissa col fratello rischiano un po’ la maniera… Bello invece il finale con l’esibizione da solista di Lady Gaga, che non sfigura col finale del film del 1954. In America un coro di lodi a quanto pare sproporzionate, Bradley Cooper come regista convince solo parzialmente, io sarei per un sei e mezzo che porto a 7 con qualche lieve perplessità.
Voto 7/10
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