Regia di Bradley Cooper vedi scheda film
Jackson Maine (Bradley Cooper) è un famoso cantante country. Dopo un concerto di routine, si rifugia in un bar per poter bere gli ultimi bicchieri della giornata. La serata è dedicata (come ogni venerdì sera) alle esibizioni delle drug queen. Ally (Lady Gaga) è l'unica donna a cui le drug permettono di esibirsi. Ally interpreta una intensa "La vie en rose" colpendo dritto al cuore Jackoson. I due si incontrano e si innamorano così. Jackson comprende subito che Ally è dotata non solo di un gran talento, ma della sensibilità giusta per poterlo trasmettere e dire qualcosa di profondo, vede in lei la sua personalità artistica. Ally è troppo scoraggiata dalle tante delusioni ricevute in passato, dalle porte chiuse, dai giudizi superfiali che si fermavano solamente alla sua immagine: Ally non è bellissima, il naso grosso l'ha resa sempre insicura complessandola non poco nelle sue esibizioni. Jackson e Ally sono due persone, due artisti, che si incontrano e si amano immediatamente, instaurando quella complicità necessaria per farli cantare sullo stesso palco la sera successiva. Da quella sera in poi Ally si incammina verso il successo sempre sognato ("il bruco sta diventando farfalla", suggerirà all'orecchio di Jackson il fratello), Jackson capisce di contro che la sua carriera è in lento declino e comincia sempre di più a bere e a far uso di sostanze stupefacenti.
Le due strade di Jackoson ed Ally sono destinate a separarsi, o comunque a procedere parallamente senza punti di incontro, forse addirittura in senso contrario l'una con l'altra. Non importa se si sono sposati, se ancora riescono ad incrociare i loro sguardi pieni di amore. Le parole dette in momenti sbagliati, offuscati da alcool e droghe feriscono più di una sberla o di un pugno, e Jackson è ormai troppo spesso fuori controllo perché ubriaco e accecato dalla gelosia e dal rancore. Inoltre Jackson sta progressivamente perdendo l'udito, compromettendo così irrimediabilmente il suo lavoro.
Ally sopport sfuriat e offese, anche se in qualche modo teme che l'amore che prova ancora per il marito, in quelle condizioni possa diventare presto solo gratitudine e nient'altro.
Le cose precipitano quando Ally sta per vivere una delle serate più importanti della sua vita: l'assegnazione del premio Grammy come miglior artista esordiente. Al momento della premiazione Jackson , completamente ubriaco, crea un momento di grande imbarazzo sul palco, rovinando definitivamente l'immargine di sé e di riflesso quella della moglie. Un lungo periodo di disintossicazione all'interno di un clinica gli permette di comprendere meglio quali siano state le componenti che lo hanno portato alla rovina, a partire dalla sua infanzia con un padre molto anziano e ubriacone, fino a quello con il fratello, la figura fondamentale per la sua crescita non solo artistica. Ally intanto si preoccupa che una volta tornato lucido e pulito non voglia più tornare a casa con lei. I due si amano ancora moltissimo, Jackson scrive per lei una canzone d'amore personalissima e molto intima, nel quale dichiara il forte sentimento che ancora (nonostante tutto) li lega.
Ma la vita e la carriera di Ally sono andate avanti, Ally può diventare davvero una grande star pop a livello mondiale grazie ad un tour in Europa per la promozione del nuovo disco. Quando Jackson capisce che è solo lui l'ostacolo per il quale la moglie mollerebbe tutto, prende la decisione estrema e si leva di torno.
Ally soffre e soffrirà molto, ma comprende anche che deve andare avanti seguendo quello che Jackson aveva visto in lei fin dalla prima sera. Non si lascerà macinare dall'industria discografica che la vuole utilizzare a suo piacimento, ma continuerà cantare per raccontare quello che ha da dire, con le parole che ha nel cuore, o con quelle che il suo unico amore ha scritto per lei.
Primo film come regista per Bradley Cooper, che sceglie di riproporre per la quarta volta "È nata una stella". Sono passati più di 80 anni dalla prima versione del 1937 di William Wellman, più di 60 dal secondo film di George Cukor (con l'indimenticabile Judy Garland), e più di quaranta dalla terza proposta di Frank Pierson con la divina Barbra Streisan e l'affascinante Kris Kristofferson. Cooper pare ispirarsi proprio a quest'ultimo film per dirigere il suo. I protagonisti ricordano moltissimo John ed Esther, sia per le fisicità degli attori ma anche per alcune sequenze che sono chiaramente un tributo al film di Pierson. Cooper però si limita a citare solamente e non a scimmiottare i suoi presecurtori. I personaggi di Cooper e Lady Gaga rimangono autentici e sinceri nella loro interpretazione. Il film in questione è un caposaldo delle storie romantiche di Hollywood, dopo "Via col vento", "Love Story" non può mancare "È nata una stella" nella videoteca di chi è appassionato del genere. Sbaglia, a parer mio, chi si aspetta da un remake del genere qualcosa di nuovo o moderno, la storia può vantarsi di essere un classico e quindi può essere solo modificata dove è necessario ma non stravolta nel suo contenuto.
Bradley Cooper in questo è stato molto bravo, seguendo le coordinate precise della storia, aggiungendo parti nuove ma rispettose dell'originale e non discostandosi dal genere romantico in nome di una visione moderna e attuale della storia. Non ha scelto un inizio facile come regista scegliendo un titolo come "È nata una stella" per il suo primo film, i confronti con le ottime pellicole del passato potranno essere feroci, anche riguardo all'utilizzo di una colonna sonora scritta appositamente per il film,con canzoni originali e interpretate (ovviamente) da Lady Gaga e (non così ovviamente) da un Bradley Cooper che per questo si è completamente affidato ai consigli della più esperta cantante pop del momento: Stefani Angelina Germanotta (Lady Gaga appunto).
Ottima interpretazione per Lady Gaga, che in questo personaggio trova molto di sè stessa. Finalmente priva dei suoi mascheramenti, dei suo vistosi costumi e dei trucchi pesanti, possiamo ammirarla nella sua semplicità e concentrarci sulla sua voce. I complessi per il proprio aspetto fisico sono stati realmente per lei fonte di disagi in gioventù e forse proprio per questo il personaggio di Ally mi appare così autentico nella sua voglia di essere accettata e nel suo bisogno di approvazione. La fragilità di un artista è spesso il motivo della sua immortalità.
Bravo, sempre bravo, Sam Elliot nella parte del fratello maggiore di Jackson, personaggio originale in questa ultima versione della storia e collante necessario per comprendere i tormenti giovanili di Jackson.
Ottima prova per Bradley Cooper che riesce a dirigersi senza esaltarsi. Si costruisce addosso il personaggio senza adagiarsi sulle sue qualità scontate e conosciute, ma al contrario mettendosi alla prova anche come cantante, oltre che come regista.
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