Regia di Chris Gerolmo vedi scheda film
La forza di questo film per la TV sta negli attori: Stephen Rea, Donald Sutherland e Max von Sidow ***
Film americano prodotto per la TV, ambientato in Unione Sovietica e con un cast di tutto rispetto.
Un anatomo-patologo sovietico non sa nulla, né gli importa alcunchè, dei meccanismi alla base del potere militare dell'Unione Sovietica o delle pastoie della burocrazia. Svolge il suo lavoro con totale dedizione, ancor più adesso che le indagini su una catena di omicidi non trovano sbocchi. Il rapporto con i superiori sarà difficile, dovrà conoscere da vicino un mondo ingessato e nepotistico di cui avrebbe fatto volentieri a meno, ma andrà avanti per la sua strada, forte della sua determinazione e con l'appoggio costante della moglie.
Più che un thriller è un film drammatico con tracce di poliziesco, dai ritmi lenti, che indugia sulla coscienza del protagonista e di un superiore che lo osteggia e lo affianca (sviluppato non al meglio quest'ultimo, ma convincente grazie a Sutherland). E poi c'è il focus sull'assassino, che ci viene subito mostrato, ma il cui profilo psicologico sarà completamente disvelato solo alla fine.
Alcuni passaggi sono poco credibili: il cambiamento radicale di un personaggio chiave e la comparsa di un Deus ex machina che quasi assurge a santo. Ma, del resto, questo film ci mostra e ci dice ciò che vorremmo vedere e sentire, se abbiamo empatizzato almeno un po' per il protagonista: parole di conforto, appoggio ed apprezzamento per un uomo responsabile e coscienzioso che, come altri suoi simili umili e silenziosi, difficilmente godrebbe di un sufficiente spazio di manovra o troverebbe adeguato riconoscimento, in Russia come altrove.
La forza del film sta comunque tutta negli attori: Stephen Rea, Donald Sutherland e Max von Sidow sono talmente bravi e in parte da coinvolgere anche laddove la sceneggiatura non convince appieno. Un discreto film nel complesso, penalizzato però da un particolare: l'idea di mostrare documenti ufficiali scritti in lingua inglese (anzichè russa, come sarebbe stato logico): sarà una leggerezza, o forse no, ma è abbastanza sconcertante. Si parla bene di un piccolo uomo russo, e male, chiaramente, delle magagne del sistema sovietico. Nulla da dire in merito a ciò, ma credo che prima di giudicare i propri rivali sarebbe bene guardare in casa propria; per vedere che, pur differendo in alcuni dettagli, il sistema americano non è meno criticabile del "fu" sistema sovietico.
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