Regia di Jin-ho Hur vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
Con la morte, a seguito di circostanze mai chiarite a dovere, dell'ultimo imperatore coreano, la piccola erede Deokyye, destinataria del trono in quanto unica legittimata a sostituire il ruolo paterno, viene piegata dalle mire espansionistiche giapponesi dei primi decenni del '900, e relegata ad in ostaggio: come tale allontanata dalla amata terra natia e condotta a vivere da esiliata in Giappone, in condizioni sempre meno adatte al suo rango ed anzi dimenticata dai più, resa folle di dolore e isolata nella sua solitudine.
Al suo fianco solo un temerario funzionario di stato che trascorrerà parte della sua esistenza a tentare di farla tornare nella posizione legittima di sovrana nella sua patria. Col suo impegno e la sua dedizione l'uomo in seguito sarà in grado di rintracciare e salvare la donna da un oblio fatale, assicurandole una seppur tardiva dignità per un ritorno ufficiale in patria, in linea col suo rango regale.
Robusta produzione in termini di budget, "The last princess" non rinuncia ad alcuno dei cliché scontati del biopic fotoromanzato, anche quando certamente utilizza un canovaccio di cronistoria indubbiamente documentato e auspicabilmente veritiero.
Ne fuoriesce un fumettone di largo respiro ma spesso bolso ed enfatico, che peraltro qui al FEFF riesce a catturare consensi oltre l'ipotizzabile - ed in consentito, secondo la mia opinione - grazie ad un andamento che insiste sui materiali della vicenda umana e conduce la storia come una spy story concitata (ed improbabile) tutta laccata e forte di colpi di scena in qualche modo (e per molta parte del pubblico) irresistibili.
Insomma un feuilleton in costume fastoso e melodrammatico quanto basta per avvincere i più, ma anche pedante e prevedibile, devastato da situazioni action risolte all'ultimo secondo, come il ricorso plateale a scene struggenti su spiagge fotogeniche da ultimo addio, secondo le regole devastate da un buonismo e da tanta patina a mio avviso estremamente fastidiosi, auspicabilmente evitabili.
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