Regia di Yuhang Ho vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
Mrs.K ovvero: quando mamma si trasforma da casalinga premurosa, non tanto in una "Bond girl", quanto in un vero e proprio agente speciale tutto action e colpi letali. Una metamorfosi che si realizza in modo subitaneo quando l'emergenza ed il pericolo fanno tornare istintivamente la reazione per proteggere dall'offerta se stessi ed i propri cari.
Una apparentemente tranquilla casalinga con marito e figlia teen a carico, torna all'azione quando il passato controverso e movimentato torna a bussare alla porta sotto forma di un vecchio socio vendicativo e colmo di rancori mai sopiti, che pretende spiegazioni, malloppo e vendetta in relazione ad una rapina ad un Casinò in cui lui fu stato messo da parte.
Uccisi in modo violento gli altri membri della banda, è ora il turno della pericolosa ex Mrs. K.
Per questo il delinquente rapisce la bella figlioletta studentessa e si prepara a maturare la propria vendetta, sottovalutando probabilmente il fatto che la donna ha certo cambiato completamente tenore e stile di vita, ma non ha per nulla dimenticato la dinamoca dell'azione e messo solo da parte i coltelli, che non paiono molto spuntati.
Ho Yuhang omaggia lo stile tarantiniano con un film di produzione malese veloce e a cui è difficile non volere sulla carta un po' di bene: una produzione che tenta la carta del cult e le situazioni da "grindhouse" sullo stile di Rodriguez e del suo Machete, forte di un'eroina che ci ricorda per stile e dinamica d'azione le toste femmine battagliere dell'Est come quelle perfettamente dinamicamente rese da attrici action del calibro di Maggie Cheung e Michelle Yeoh.
Tutto bello e simpatico, ma forse a causa della fervente attesa il film pare preparare diligentemente le premesse per una esplosione di spettacolo che in realtà poi stenta sempre a manifestarsi, lasciando nello spettatore un senso di disagio da mancata completa realizzazione.
In sostanza elemento giusto ed opportuno forse non troppo bene amalgamati per un dolce sulla carta perfetto, in realtà scarsamente lievitato. Peccato.
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