Regia di Eiji Uchida vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
La piccola Ai finisce col vivere all'interno di una setta di fanatici religiosi, capitanata da un leader di ceppo europeo che ne tiene in pugno i membri col proprio carisma e capacità di persuasione.
Il giorno in cui questi viene arrestato, la giovane deve arrangiarsi e finisce alla mercé di una banda di balordi che la utilizza come esca per l'esercizio di ricatti sessuali a scopo estorsivo.
Attorno alla ragazza ruotano le vicende di vita di altri scapestrati che compongono un ricco, eterogeneo acquario di vite ove l'arte di arrangiarsi diviene un vero e proprio mestiere.
Sotto la direzione spigliata di Uchida Eiji, "Love and other cults" procede con brio, ma senza nascondere la drammaticità di fondo delle varie storie di vita, anche se in modo sin troppo episodico, sorretto da una animata ironia di fondo che riesce in qualche modo a far affrontare tematiche scabrose e serie secondo uno stile a tratti scanzonato che ricorda il Danny Boyle di Trainapotting, ma anche tentando di rappresentare la follia collettiva e da emulazione presente anche in alcune opere (di fatto ben più incisive) di Sion Sono.
Tuttavia, dicevamo già sopra, il reticolo di vicende incastrate l'una con l'altra finisce per rendere confusionaria e poco amalgamata la vicenda, impedendo all'occhio e alla mente dello spettatore di focalizzarsi su un vero e proprio personaggio di riferimento.
Simpatici e briosi molti tra i protagonisti, fra cui un gigante nero buono e ironico (che scherza ed ironizza sulla propria "tipicità somatica" così singolarmente "nipponica"), protagonista di una delle rare situazioni a sfondo romantico, che pure in sala conferma al pubblico tutto il suo brio e la sua contagiosa vitalità ed esuberanza.
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