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Shock Wave - Onda d'urto

Regia di Herman Yau vedi scheda film

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La recensione su Shock Wave - Onda d'urto

di supadany
8 stelle

Far East Film Festival 19 – Udine.

Come da titolo internazionale, l’action movie dai molteplici richiami diretto da un Herman Yau in forma smagliante, è una vera e propria onda d’urto, uno show pirotecnico d’alta scuola, che predilige un lavoro sul campo regalando dei frutti prelibati. In virtù di una notevole capacità operativa, il budget (stimato) in 23 milioni di dollari produce gli effetti di un film hollywoodiano a otto zeri.

Sette anni dopo una missione in incognito che aveva sortito risultati solo parziali, il coraggioso artificiere Cheung Choi-san (Andy Lau) si ritrova a dover fronteggiare una minaccia collegata a quei fatti. Infatti, Blast (Wu Jiang) non ha dimenticato l’affronto subito ed è pronto ad attuare un piano gigantesco e sanguinario. Occupando il tunnel Cross Harbour, prende in ostaggio centinaia di civili, minacciando di far esplodere il fondamentale condotto di collegamento, azione che metterebbe in ginocchio l’economia della città.

Il confronto diretto tra i due è inevitabile.

 

scena

Shock Wave (2017): scena

 

Grazie alla prosperosa sceneggiatura firmata da Erica Lee e al grande senso della direzione di Herman Yau, Shock wave è un film assolutamente esplosivo, un action movie che non si fa mancare niente.

Il ricettario che scandaglia è ampiamente articolato: rapine e inseguimenti, infiltrati e pericolosi criminali, azioni terroristiche e raggiri, con buoni e cattivi disposti sul selciato a farsi una guerra infinita, pronti ai gesti più estremi.

Un piatto servito caldo, per non dire bollente, che riflette su visuali più ampie. Una sfida a due tra un artificiere, un lavoro proprio di chi ha scelto di usare la sua vita per proteggere quella altrui (per dare un’idea dello spirito di sacrificio, è esemplare la parabola dell’assemblea dei topolini), e un pazzo criminale dalle idee chiare e azioni sadiche, come minare le porte di sicurezza del tunnel preso sotto controllo, con conseguenti stragi di civili nel momento del marasma generale. Il dispositivo nel quale si muovono è esemplare per ritmo, sempre elevato ma anche sotto controllo, con stunt di altissima scuola e riproduzione di colpi di scena continui, tali da non concedere mai un respiro profondo.

In più, l’azione fa perno su una composizione solida, armata della capacità di rilanciare, con alcuni assi nella manica, senza attuare forzatamente le scelte più consuete, prevedendo l’uscita di scena non solo dei tanti cattivi, ma anche di giovani innocenti (e non solo).

Variazioni che si tramutano in idee vincenti, avvalorate da un avvincente duello recitativo tra il divo Andy Lau, perfetto come eroe, e un ineffabile Wu Jiang, abile e convincente nel tratteggiare un pazzo instabile.

Grazie a tutte queste qualità, Herman Yau costituisce un prodotto dall’alta resa spettacolare, con scene di massa movimentate con brillantezza, richiamando l’incubo del terrorismo, così come la sete di denaro e di vendetta, con figure in rilievo ad aumentano la partecipazione emotiva, smaccata ma non invadente e comunque motivata dal congegno stesso.   

Di fronte a blockbuster del genere, Hollywood può cominciare seriamente a tremare.

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