Regia di Yulin Liu vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
"Avremmo bisogno di vivere nel futuro e non nel passato".
Un matrimonio agli sgoccioli, che si misura grazie dell'incapacità dei due coniugi di stabilire o meglio ritrovare non tanto o solo un'intesa sessuale, bensì un vero e proprio compiuto dialogo a due che consenta ad entrambi di discutere e mettere sul tavolo le problematiche, le tensioni, le incomprensioni che spesso è fisiologico e naturale che nascani, si alimentino e si oppongano al regolare proseguimento della vita in famiglia.
Se ne accorge un mite calzolaio, così come sua moglie operaia, giunti quasi per inerzia intorno al decimo anno di vita coniugale insieme.
Lei sempre più indifferente ed addirittura assente, lui che si rende conto, ma soprassiede piu' che può ad imporsi e pretendere spiegazioni.
Poi la fuga della donna con l'amante, il ritorno pentita in ragione della figlia bambina, e, non molto tempo dopo, una seconda fuga: il calzolaio che medita un duplice omicidio, trattenuto solo dai timori per il futuro destino da orfana della figlia, peraltro sempre più di frequente appoggiata presso il domicilio della premurosa ma caratteriale zia paterna, quarsntenne single per intolleranza alla convivenza.
Parallelamente quest'ultima, venditrice ambulante di torte e focacce, riesce infine pure lei a trovare un marito, scegliendo un attempato vedovo di buon cuore solo per la preoccupazione di non rimanere sola.
Pure lei presto si renderà conto che il matrimonio uccide il dialogo e causa indifferenza e scontro caratteriale.
Come suggerisce già il titolo inglese, "Someone to talk to" si incentra a riflettere sulla tematica della incomunicabilita' della coppia in crisi nella Cina industrializzata, anzi ormai addirittura pressoché "occidentalizzata" di oggi.
La brava regista Lui Yulin, all'esordio, firma un dramma sensibile e penetrante, drammatico ed appassionato sulle derive della coppia moderna, sulla premeditazione della vendetta di due persone che piuttosto che arrendersi all'amante rivale, preferiscono reagire, o così almeno sono convinti dalla rabbia che li affligge.
Un dramma forte condotto come un racconto doloroso ed appassionato che lascia poche chances alla sopravvivenza del nucleo familiare originario, opera acuta di una regista che ci ha davvero toccato nel vivo, ed una delle sorprese più degne di nota del FEFF 2017.
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