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Hide and Seek

Regia di Jie Liu vedi scheda film

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La recensione su Hide and Seek

di supadany
6 stelle

Far East Film Festival 19 – Udine.

Lo sviluppo economico genera mostri, talmente tanti che riuscire a identificare quello giusto diventa un rebus dall’elevato coefficiente di difficoltà, con anche potenziali tranelli che possono trarre in inganno. D’altro canto, le sperequazioni sociali montano e il malcontento può togliere il sonno a chiunque, da un momento all’altro e senza eccezioni.

Tra condomini tecnologici e loculi fatiscenti nei quali vivere serenamente è quasi impossibile, prende forma il thriller a tinte forti diretto dal cinese Jie Liu.

La vita agiata della famiglia di Sung-soo (Son Hyun-joo) è scossa dall’improvvisa scomparsa del fratello di quest’ultimo, da anni uscito dal suo radar. Sung-soo teme possa essere lui l’uomo, vestito di nero e con il casco a nascondere il viso, che spaventa sua moglie (Jeon Mi-seon) e la loro bambina.

Questa convinzione scaturisce da un passato seppellito nei meandri dei ricordi dimenticati, mentre le minacce si fanno sempre più insistenti, mettendo a serio rischio l’incolumità dei suoi affetti più cari.

 

scena

Hide and Seek (2016): scena

  

Hide and seek è un thriller svelto e loquace, dalla confezione ben curata, fatto apposta per soddisfare il palato del pubblico – missione riuscita visti gli oltre 35 milioni di dollari incassati in Cina - in cerca di intrecci evoluti ma facilmente leggibili, con colpi di scena strillati con ostentazione, tali da ribaltare anche la più assodata delle convinzioni.

Per riuscirci, Jie Liu utilizza ogni espediente ipotizzabile, rendendo soprattutto la prima parte tesa come una corda di violino, con un prologo feroce che sfrutta anche il sistema tvcc.

Niente paura, è solo l’inizio, da qui in poi la fotografia diventa degna di una grande produzione, consona a mitigare alcune latitanze narrative, per colpa delle quali viene prodotto più fumo che arrosto.

A tutti gli effetti, Hide and seek è diviso in due fasi: la prima fila che è un piacere, mentre la seconda scopre le carte, facendo ampio ricorso alla sospensione dell’incredulità, al punto di sembrare aleatoria, con la volontà di arrivare in ogni modo alle conseguenze più incredibili.

Va detto come la tensione rimanga comunque sostenuta, semplicemente abbisogna di stereotipi, per quanto collaudati, al fine di autoalimentarsi. Infatti, è un fuoco di fila, con il passato che riemerge un mattone alla volta per parlare dei soprusi di oggi, con il rischio di far staccare la spina di fronte a soluzioni a dir poco ardite.

In un riquadro di questo tipo, non è facile stare ai patti richiesti dal regista ma il sottobosco è animato e si gioca tutto sul filo dei secondi, fino ad arrivare a un finale letteralmente incendiario.

Per questi motivi, Hide and seek è un film a corrente alternata che mette in luce problematiche personali sistemate su uno sfondo condiviso, con sequenze dirette con buona maestria tecnica, accompagnate da trucchi del mestiere piuttosto instabili.

Spregiudicato quanto volete ma incalzante.

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