Regia di Jimmy Henderson vedi scheda film
Donne cattive e suadenti, uomini-zerbino al loro servizio e quattro agenti tosti ad affrontare una rivolta in un carcere organizzata per far tacere chi sa troppo. Botte da orbi per un b-movie citazionista ma simpatico a cui non si può non volere un po' di bene.
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE - OPENING CEREMONY
"Anche la Cambogia ha il suo The Raid", annuncia - senza nascondere innegabili affinità con l'indimenticabile dittico indonesiano di Gareth Evans - il breve riassunto che presenta il film al 19° FEFF.
E Jailbreak, azione, botte, arti marziali spurie con l'originalità di tener fuori quasi completamente le sparatorie, e ancora donne mozzafiato e cattivissime che paiono uscite da un film di Rodriguez con Macete in azione, oltre a rappresentare il ritorno di un film cambogiano (l'unico peraltro) alla prestigiosa kermesse friulana, nasconde anche altre succulente insolite curiosità: come quella di avere in regia un cineasta italianissimo che si cela sotto il nome depistante (e se vogliamo sin esilarante) di Jimmy Henderson.
Ebbene il film, dall'esile trama (Un boss soprannominato Playboy viene arrestato e trasportato in cella scortato da quattro tosti agenti per essere indotto a parlare e rivelare chi veramente si cela al vertice della banda criminale in cui egli probabilmente figura da prestanome sacrificale, e nasconde invece una temibilissima ape regina che mette a ferro e fuoco il carcere in cui l'uomo viene detenuto per evitare che egli spifferi tutto) merita attenzione soprattutto per l'abilità con cui il cineasta affronta le numerosissime scene di combattimento, regalandoci una lezione di regia i cui dettagli ci sono tra l'altro almeno in parte svelati nel simpatico (e non certo nuovo) fuori onda finale che racchiude le comicità più o meno involontarie tagliate in sede di montaggio.
Il debito con The Raid è svelato e saldato, ed il film non ne raggiunge mai le potenzialità, ma costituisce comunque uno spettacolo divertente ed incalzante che profuma di B movie, di Russ Meyer e donne pin up dalle rette più ragionate, ma pure di Grindhouse.
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