Regia di Jung Byung-gil vedi scheda film
Una killer professionista sballottata in un ping pong tra forze governative e della malavita, alla ricerca dell'assassino di suo padre e poi del compagno, fin quando non troverà nel mirino del suo fucile proprio il volto dell'uomo amato, scoprendo imprevedibili retroscena. Pellicola banale come trama ma tecnicamente ineccepibile.
Si definiscono americanate quei film zeppi di violenza, effetti speciali roboanti, machismo gratuito e frasi fatte. Si potrebbero definire coreanate gli omologhi coreani degli stessi. Trame simili a se stesse, vendetta onnipresente, botte da orbi, sangue a iosa e sigaretta sempre in bocca. C'è una sola differenza, non da poco: le coreanate sono connotate da una tecnica impressionante. Ti guardi I mercenari e trovi i volti inespressivi di Stallone e Jason Statham, una sceneggiatura scritta dal suggeritore di testo del T9 e poco altro; ti guardi L'assassina e trovi una fotografia spettacolare, una protagonista eccezionale che spacca lo schermo, una sceneggiatura ottima e un piano sequenza iniziale in grado di far sbavare il cineasta più perfezionista.
Trama un po' contorta ma che alla fine vede riportare tutti i nodi al pettine, adrenalina a 1000. Consigliato a chi ama l'azione.
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