Regia di Sang-soo Hong vedi scheda film
Un uomo, tre donne: moglie, amante, e dipendente neoassunti. Un girotondo di urgenze amorose non corrisposte ed una innocente fuori posto a subirne le conseguenze. Il film più piccolo e minimalista del Concorso risulta uno dei più coinvolgenti e ben orchestrati girotondi sentimentali, e come tale meriterebbe un premio importante.
The Day After (2017): locandina
CANNES 70 - CONCORSO
Un uomo, tre donne, per riassumerla un po' alla Rohmer.
Un critico letterario, che gestisce anche una piccola casa editrice, non ama più da tempo la moglie, che intuisce e si cruccia, e vive una seconda vita affettiva con una scaltra dipendente, ben contenta di fare l'amante del padrone.
Il giorno in cui questo riceve per un colloquio la bella Areum, consigliata da un amico scrittore, l'uomo non ha riserve ad assumerla.
Ma proprio nel suo primo giorno di lavoro, la neoassunta viene raggiunta in ufficio dalla moglie del principale che, conscia dei tradimenti del marito, la scambia per l'amante, aggredendola ed insultandola.
The Day After (2017): scena
The Day After (2017): scena
Sarà dura spiegare tutto ad entrambe, riunite per l'occasione dall'uomo mentre l'amante invece risulta irreperibile.
E comunque la bella neoassunta, con un comprensibile scatto di orgoglio, deciderà di dimettersi.
Tornerà a trovare il suo "capo per un giorno" tempo dopo, quando l'uomo nemmeno più la riconoscerà.
La ragazza potrà rivivere quegli imbarazzanti momenti con un altro spirito ed un'altra dignità.
Girato in uno splendido bianco e nero che ricorda, anche come stile di commedia molto parlata, leggera, ma acuta, il Manhattan di Allen, The day after suggella il momento narrativamente più felice da anni del prolifico autore coreano, presente al festival con ben due film ed un terzo pronto per essere distribuito.
The Day After (2017): scena
The Day After (2017): scena
Lo scavo psicologico di questo concitato girotondo di anime inquiete è orchestrato con grande destrezza ed abilità da un vero e proprio cantore dei crucci amorosi e del minimalismo sentimentale: in questo ambito Hong Sang-soo è un vero maestro, eccellente nella caratterizzazione dei suoi personaggi letteralmente schiacciati e succubi del desiderio amoroso spesso irrealizzato o non celebrato come meriterebbe.
The Day After (2017): scena
La Palma a questo splendido cantore minimalista, improbabile certo, ma non proprio fuori luogo, sarebbe un grande atto di coraggio da parte di una giuria che dimostrerebbe di tralasciare clamori e tentazioni formali abbondanti altrove, a favore di uno studio intimo e scandagliato della natura umana.
Una scelta a mio avviso davvero opportuna e premiante nei confronti di tutto un cinema che evita i clamori, per concentrarsi sui caratteri e le introspezioni.
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