Regia di Roberto De Paolis vedi scheda film
Parafrasando il titolo, mi viene da dire che (finalmente) siamo di fronte a Cinema puro, quasi del tutto incontaminato dalla televisione. Dico quasi perché i due ragazzi protagonisti, magnifici, vengono ambedue da esperienze televisive. Qui siamo su un altro pianeta. L'esordio di De Paolis è un film forte e bello, vigoroso e luminoso, dove finalmente una storia d'amore giovanile non pare affatto lontana dalla realtà dei nostri tempi, non è plastificata ad uso e consumo dello spettatore medio, non è banalizzata dalle solite canzoncine alla moda o soggiogata dall'importanza degli attori. Qui si fa sul serio, ogni cupezza della bravissima Selene Caramazza è un fremito al cuore, ogni durezza della periferia romana è finalmente scevra da uno spettacolino di figurine di cartapesta: qui si suda, si soffre, si ama e ci s'imbarazza nella maniera giusta e sacrosanta. Lo sfondo del disagio sociale, declinato nel rapporto con i Rom, spinge il film addirittura sui binari del Cinema europeo più impegnato, quello dei Dardenne, soprattutto, ma anche dei migliori Loach e Leigh. Un racconto di formazione che vibra e s'accende nel contrasto fra una religione severa che permea gli occhi ma non l'anima di Agnese e la vita ai margini di Stefano, d'inquieto nervosismo. Che gran film! Ogni tanto creiamo ancora opere di ampio respiro come queste. Eccellente.
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