Regia di Roberto De Paolis vedi scheda film
CANNES 70 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
Una ragazzina spaventata in fuga, con un ragazzo determinato a non lasciarla scappare: lei ha appena rubato un cellulare nel negozio ove lui assicura ordine e sicurezza. Lui la strattona e la percuisisce, poi la lascia andare con la refurtiva, cedendo alle suppliche....e perdendo il lavoro.
Si ritrovano poco tempo dopo dinanzi ad un campo nomade ove la cattolica ed intransigente madre single di lei presta un servizio umanitario, mentre lui fa il custode del piazzale antistante adibito a parcheggio di un supermercato.
L'attrazione è forte e incontenibile: ma lei appena maggiorenne e vergine deve prestare fede ad un impegno di castità preteso dalla madre, legatissima ai precetti cattolici più intransigenti.
Può l'ossessione della purezza risultare il più forte anacronismo per la realizzazione di un amore vero? E dunque puro?
Cuori puri è un film valido, toccante, che si inserisce di petto e con un coraggio sacrificale ed indomito tra le spine aguzze di una problematica complessa che spazia tra tolleranza religiosa, immigrazione, disoccupazione ed indigenza.
Troppa carne al fuoco?
Tutt'altro perché De Paolis riesce a organizzare molto bene il suo racconto, ben interpretato da una coppia di giovani appassionante, gli esordienti Selene Caramazza e Simone Liberati, ben coadiuvati dagli adulti Barbora Bobulova e Stefano Fresi.
Una narrazione, quella del cineasta, intelligente nel voler rappresentare i conflitti insanabili ed irrisolvibili, senza per forza voler giudicare o prendere posizione.
E con un finale potente che pare un happy end, ma è l'esatto opposto, omaggio necessario e doveroso che rispetta ed aderisce alla cruda incontrovertibile realtà dei fatti.
Dopo l'ottimo La Ciambra di Carpignano, un altro buon film italiano sulla Croisette, anzi presso la amata Quinzaine.
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